Ho passato la serata a leggere Watchmen, a mangiare yogurt alla frutta ad installare videogiochi che questo computer è troppo debole per reggere.
Scarsa memoria, scarsa scheda grafica...
Mi piace il mio computer, mi rispecchia.
Ho scritto una poesia, non ho idea di come sia venuta fuori. Sono sdraiato sul mio letto e non faccio che pensare a quanto è bella la mia ragazza, a quanto devo studiare per l'università e a quanto poco devo essere intelligente se la qualità delle mie riflessioni si mantiene sempre sul tono del delirio sconnesso e malinconico.
Poco male, saprò adattarmi.
Tutti i coglioni come me sanno adattarsi.
A quanto possiamo discernere, l'unico scopo dell'esistenza umana è di accendere una luce nell'oscurità del mero essere
C.G. Jung
E' necessario scavare l'uomo
così profonda la luce
nasconde torbidi reflussi di fango
Scavare l'uomo, ritrovarlo
accarezzare i suoi mostri gelosi
il loro ghigno che ci bracca come un fiume
Scavare l'uomo fino al senso
fin dentro al vuoto degli atomi
l'abisso ctonio di culture ed immagini
Scavare l'uomo, ogni giorno
Ci riflettiamo in costruzioni ogni giorno
di sabbia grigia malmenata
amalgamata con saliva e sperma
E non ci resta che pregare e credere
ricomponendo il nostro senso alla cieca
la vanità il nostro vassallo, la via!
Così, avendo amato i nostri sessi per ore
ci addormentiamo fra gli dei del dolce sterco:
gli dei delle fogne che ci abbracciano
sembrano sazi, felici
Scavare l'uomo e trovare nulla:
è necessario, doveroso.
Guardati negli occhi adesso:
La maschera tua contorta,
slanci fetali, corpi infranti
il solo schianto di un dolore vergine
Osservati e dispera vile uomo
che se il miracolo fra il ghigno selvaggio
e della muta auto-coscienza
un albeggiare insondabile
"Rimango alla luce del fuoco, sudato. Macchia di sangue sul petto, come la mappa di un nuovo, feroce continente. Mi sento puro. Sento un pianeta oscuro girare sotto di me e so quello che sanno i gatti quando urlano come neonati nella notte. Guardo il cielo attraverso il fumo greve di grasso umano e Dio non c'è. Buio, freddo, soffocante, senza fine e noi siamo soli. Viviamo come capita in mancanza di meglio poi escogitiamo giustificazioni, nati dall'oblio, facciamo figli destinati all'inferno come noi. Torniamo nell'oblio. Non c'è altro. [ ...] Questo mondo alla deriva non è plasmato da vaghe entità metafisiche, non è Dio che uccide i suoi figli. Non è il fato che li massacra o il destino che li getta ai cani. Siamo noi. Solo noi. Le strade puzzano di fuoco, il vuoto mi soffia freddo sul cuore trasformando le illusioni in ghiaccio. Frantumandole....Rinasco. Libero di scarabocchiare il mio disegno su questo mondo eticamente vuoto. Sono Rorschach. "
Watchmen, Cap III, pagina 26.
Watchmen, Cap III, pagina 26.