Alcuni sono elevati dal loro lignaggio
i versi dei miei poemi sono il mio lignaggio
Nusayb ibn Rabah (m.726)

La vita è come noi
La troviamo - e così la morte
una poesia d'addio?
Perché insistere
Daie-Soko (1809-1163)

Il rimorso non è la prova del crimine, indica solamente un'anima facile da soggiogare.
Donatien-Françoise-Alphonse De Sade

Se le creature sono i grandi veli che ci separano dal Creatore, la via per Allah passa attraverso di esse
Sheik Mhuammad at-Tàdilì

Le parole che dice chi è felice
son volgare melodia –
ma quelle che chi tace sente dentro
sono meravigliose.
Emily Dickinson

Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.
Emil Cioran


domenica 30 marzo 2014

Ontogenesi



Poesia polemica e prosaica. Tipo Whitman- Hikmet ma meno bravo e più incazzoso e aleatorio. YES!
Fottetevi.

Quella fabbrica di mentalità autoritarie che è la famiglia...
[Wilhelm Reich, La rivoluzione sessuale, 1930]

Ero un bambino, cioè uno di quei mostri che gli adulti fabbricano con i loro rimpianti.

[Jean Paul Sartre, Le parole, 1964]

Verrà il giorno in cui il resto degli esseri animali potrà acquisire quei diritti che non gli sono mai stati negati se non dalla mano della tirannia.
[Jeremy Bentham, Introduzione ai principi della morale e della legislazione, 1789]



Quando avrà fine ogni cognome e lignaggio
Quando gli affetti di un uomo
prescinderanno dal linguaggio del sangue
Quando alla carta ed al metallo
sostituiranno le carezze e i baci
Quando i bambini e gli innocenti
avran più forza del noioso intellettuale
Quando l'Amore sarà l'unico Tempio
e quando il Dio delle genti
la cesserà di dimostrarsi così idiota
Quando saremo liberi,
                              liberi
e gli animali serviranno a coccolarci
ed una vacca sarà amata
come si amano i furetti e i cani
Quando i banchetti saran scevri di egoismo
e smetteremo di sgozzare e rinchiudere

Allora, e solo allora amico mio,
Io crederò che ci siamo evoluti.



" Io penso che potrei voltarmi e vivere con gli animali, sono così
                 placidi e autosufficienti,
Rimango a guardarli a volte anche per mezza giornata

Non si affannano e poi si lamentano per la loro condizione,
Non rimangono svegli di notte a piangere per i loro peccati,
Non mi danno il voltastomaco mentre discutono i loro doveri nei
            confronti di Dio,
Non ce n'è uno scontento, o ossessionato dalla smania del possesso,
Non ce n'è uno che s'inginocchi di fronte a un altro, né a un suo simile 
            vissuto migliaia di anni fa,
Non c'è n'è uno rispettabile o industrioso in tutta la terra.

Così mi mostrano il loro rapporto con me e li accetto,
Mi portano segni di me, che manifestano chiaramente di possedere"

[Walt Whitman- Poesia di Walt Whitman, un americano; Foglie d'Erba]



Human Alert - I hate people


giovedì 27 marzo 2014

Le cima di Riva [Ottetto]

Scrivo di merda, sono ignorante, inerme e inattivo.
Ho un deficit dell'attenzione che mi impedisce di avere davvero un'idea chiara delle cose.
Per studiare 40 pagine ci impiego 4 ore.
Per imparare una memoria una poesia 5 giorni.
Ho capito la differenza fra destra e sinistra solo a 13 anni.
Ho imparato ad andare in bicicletta a 12.
A nuotare a 14.
Non riesco ancora a scrivere "qual è" senza apostrofo.
Non ricordo le date, per niente, neanche le più basilari.
E voi mi fate sentire una merda perché non commentate quasi mai i miei post.
Parlo poco perché se ci provo dico stronzate.
Per lo stesso motivo evito dialoghi impegnati e discussioni.
Ho superato la paura del buio solo l'anno scorso.

Quanto cazzo è bello essere me? Quanto?!

Soul, if She meet us there, will any rumor
of havens more high and courts desirable
Lure us beyond the cloudy peak of Riva?

Ezra Pound
I.

Forse ci siamo...
La mia pigrizia, la mia violenza
la mia malevola ignoranza qui,
intrappolata dai tuoi sfoggi di sapienza

Io non possiedo la tua arguzia d'alterco
Amico mio
Devi capire che non sono intelligente
E per quel po' che mi compete

Crollo.
Nella mia incauta solerzia
Faccio fatica anche soltanto
A ricordarmi la bruttezza del mio nome


II

Ognuno di voi,
ognuno di voi così indomito
e fremente
Ma come fate a camminare
quando quest'urlo ci attanaglia fino ai piedi?

Come si può parlare ancora?
Ed Io non parlo no,
            non più
sono un festone di domande e retorica
e dove posa la mia pelle morente
ritornan dubbi con il guizzo di un respiro


III

Non li conosco i nomi dei fiori
e non conosco nulla
ed il colore delle bacche mi è smunto
come l'emergere dei petali di rosa

Ma io una rosa non sono
Non emergo!
Io non mi guardo così spesso attorno
non li conosco i nomi dei fiori...

IV

Guarda le veglie del giorno
che muore
da queste nubi di cobalto ho osservato
le Muse vuote imbellettarsi in verdi prati

Con una  patina di fronte agli occhiali
ho perso il bavero guardandole danzare
Come un demente strepitoso
ho carezzato il loro battito di ciglia

Guardami piangere per loro adesso!
che sono un lascito di pece  d'artista
un brutto scherzo favoloso
e una gelosa canzonetta



V
Certe forme avvezze
l'assoluto insignificante

Ho finalmente costretto il mio cuore
a piegarsi
non che sia stato vano,
ma il primo Pound non ce la fece

VI

E voi che udite queste prime canzoni
come un manipolo di vergini ambrate
come un sentiero senza spine
inciso a scarti di sciocchezze impure

Voi che mi udite così
Lasciate perdere ogni sforzo
Finché non lascio che una lacrima m'insozzi!
lasciate perdere e passate avanti
 
lasciate perdere e guardate il Sole

VII

Odio la  spocchia che ostenti precoce
e la tua placida minchia imberbe
Che cosa sei?
che cosa credi di fare?
I grandi esempi sono altrove Fabio,
lassù nei campi e appena fuori di te
Laggiù impegnati
                           con le mani ferite
laggiù distrutti e con i pollici a terra
Laggiù
           Laggiù
dove nessuno come te potrà mai stare
 
E anche Li Po morì ubriaco
cercando invano di abbracciare la Luna 
 
Ah Ezra Pound
se avessi avuto la tua forza affranta
avessi avuto una canzone
per ogni stupida carenza dei miei anni
avessi avuto ed udito il tuo seno
avessi avuto tutto questo io ti giuro
sarei in pace
Ma nessun anima nel cielo
potrà sedurmi oltre le cime di Riva
nemmeno Tu

VIII

Sapete tutto a memoria voi.
Io guardo il cielo dalle scie artificiali

e sospirando mi maneggio i testicoli


Fightstar - Deathcar 




mercoledì 19 marzo 2014

Da dentro di me


"Un lento seguito d'ore ha piegato
incatenato chi ti somigliava
troppo, o veloce, indomito, orgoglioso!"

- Percy Bisse Shelley, Ode al vento dell'Ovest, IV, v.15-17 - 

All'evidenza mi trasformo
In una placida indolenza sterile

Ed osservando prati e fiumi
Riverso in loro le mie grida feraci

Urban Contact - Aurora


martedì 18 marzo 2014

Interludio naturalistico

Il tordo:

Pensavo che la strada mi uccide
                              E mi consuma
Che con lentezza la paura imbastardita
Mi rende schiavo in una nube d’opulenza
dove al futuro incontinenza  sui miei occhi,
e sulle gambe accumulato
                        grigio cemento in vessazioni
Di questo giorno senza gesti e voci
Nascondo in cielo la tristezza e gli affanni
                      Mentre al giudizio dei viali
Soffermo i passi imbestialito e muto
Senza ragione sono qui
                       Né avvenire
Soltanto un tordo mi sorregge
E m’accarezza col suo canto spinoso



Djenoun:

Vorrei sdraiarmi sulle tombe antiche 
Come le donne dei Tuareg
E nelle ossa sbriciolate versare
Tutti i residui dei miei spiriti angusti

Non siate tristi, fratelli
Mi resta ancora la mia umanità,
questo specchiarmi negli sguardi
per arrischiarmi a riscoprire il mio



Christian Krohg - Green Street 19
Innocenza:

I  vostri sguardi così acuti
Drenano lacrime infinite e morte
Così avvizzite da tagliarmi la gola

È l’innocenza la mia truce condanna!
In questo umido languore
Contemplo espandersi il mio vuoto ruggente



Arborea:

Alberi dalla chioma spumata
Di tutti di voi la specie e il nome
Vorrei sgranare senza fine a memoria

Con che stoltezza  spesso ignoro
che la più dolce conoscenza
è il vostro odore che m’arranca e m’arride


Thirty seconds to Mars - Up in the Air



domenica 2 marzo 2014

Domande dalla vita

La Grammatica è un fatto a posteriori, e tanto basta a screditarla.
Alberto Savinio, Nuova enciclopedia, 1977

Fin da bambino ho sempre avuto problemi con la grammatica, problemi seri.
Sarà che forse non vi ho mai visto un'utilità vera e propria ( alla faccia di Pessoa), sarà che ho sempre pensato che il grande fascino del linguaggio consistesse proprio nella sua estrema relatività, ma davvero, non ho mai imparato come si scrive bene in italiano.

Sono ignorante dunque, e questo mi uccide.
Ogni refuso mi ferisce ed uccide. Ogni professore incravattato e orgoglioso della sua perfetta sintassi mi sgozza e mi uccide.

Lentamente, inesorabilmente,
come s'addice agli idioti del mio calibro.



Profonda la notte:

Profonda la notte mi dilegua
la sua incostanza di schiamazzi come un fiume
accende tenebre di grazia sui miei occhi

Io non ti scorgo giovinezza, dove sei?
Non sono tuo per questa danza,
sono altrove

Vado a spolparmi in un'intrepida moresca
che basculando la speranza si è già sciolta
e la mia carne ha come apostrofi di spine

La mia ignoranza:

A Paul Claudel

Siamo grammatiche ammirevoli noi,
ci consumiamo in dipendenze da drogati.
Lo comprendete tutti voi,
Che non sbagliate un'elisione o accento?

Io non so nulla, sia chiaro
e in questa sorda incompetenza
osservo il mondo violentarmi col suo peso

Requiem eterno:

Caffè affettuosi la mattina,
parole timide la sera tardi

Richieste e prove da ogni parte
scavano un fosso di certezza contumace

Questa feroce civiltà non paga!
Affama gl' uomini di sguardi feroci

Non posso più! non ce la faccio!
è un tale peso sopravvivere...


I grandi scrittori non sono fatti per subire la legge dei grammatici, ma per imporre la loro.
Paul Claudel, Posizioni e proposizioni I, 1928


Edvard Munch - Bagnanti


Ignacy Jan Paderewski - Piano Concerto n° 17, II° movimento



Io faccio schifo, e tu?

Io faccio schifo, e tu?

Visitatori