Alcuni sono elevati dal loro lignaggio
i versi dei miei poemi sono il mio lignaggio
Nusayb ibn Rabah (m.726)

La vita è come noi
La troviamo - e così la morte
una poesia d'addio?
Perché insistere
Daie-Soko (1809-1163)

Il rimorso non è la prova del crimine, indica solamente un'anima facile da soggiogare.
Donatien-Françoise-Alphonse De Sade

Se le creature sono i grandi veli che ci separano dal Creatore, la via per Allah passa attraverso di esse
Sheik Mhuammad at-Tàdilì

Le parole che dice chi è felice
son volgare melodia –
ma quelle che chi tace sente dentro
sono meravigliose.
Emily Dickinson

Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.
Emil Cioran


venerdì 12 dicembre 2014

Dimenticando la Luna

" Un po' di pausa per il cuore che mi esce dalla bocca
imploro riposo in mezzo a questo carnevale di sangue
cerco dolcezza nell'inferno terrestre
tenerezza dimenticata, più volte affondata nell'oceano, negli
abissi neri delle incomprensioni"
[Sergio Soldani - Pausa, Supponenza]
 
 
Marc Chagall - Il concerto


E' un lavoro scritto un po' di getto, che ho limato alla buona. Non che non vi abbia messo cura, semplicemente volevo mantenere la naturalezza dello stile ed evitare risvolti troppo artificiosi. Vabbè che anche se fa schifo, di certo non lo saprete in molti...

Che dire? Non mi va di tirar giù chissà quale elaborata presentazione per questo mio ennesimo aborto letterario, anche perché, come ho già detto. ci ho riflettuto poco. E' una poesia, insomma... tutto qui,

La citazione finale è tratta da un ( bellissimo) canto Irochese, il Rituale del Fuoco e dell'Oscurità, che ho potuto trovare  nella raccolta "Canti degli Indiani d'America" curata da Silvio Zavatti, edizioni Newton & Compton.

Ahhh la vita...ne vomito.
Divertitevi.
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Qui del respiro ho ormai sfiorato
Il mio incedere
E le inseguite deficienze che per anni
Han fatto scudo alla mia triste velleità
E ciò che ho preso ed ho perduto
Le gomitate che ho sputato
A questi occhi incancreniti di paesaggi
E di avventure senza il vezzo del reale
La mia pacata incomprensione
Di tutto ciò che non ho mai raggiunto...
Come si osserva l’universo
Senza piegarsi dietro grido
del suo crescere?        
Come ci riescono le stelle?
Ho fatto cenno del mio canto soltanto
E sono stato crivellato di rimorsi
Ho sollevato le mie labbra al cielo
E mi han cacciato alla mia muta ribellione.
Come si vive senza cedere?
Come si può sfiorare Dio
Senza sentirsi aggrovigliato in ogni perdita
Ed esiziale, interminato
Abbacinato d’un’ ilare incompletezza?
Come?
E sono stato sfiorato  anch’io
una notte,
avvolto in lacrime
Illuminato da un sorriso di tremiti.
I miei capelli abbandonati alle spalle
Le mani sporche incastonate fino al volto
Tu mi parlasti nel linguaggio delle sagome
E mi trovasti come affranto
In un bacino di memorie e carezze
E tutto a un tratto adesso so
Intellettuali, poeti, scienziati
Uomini colti senza fondo
Queste altre fiamme della vita come me
Che il tempo sbianca quasi fossero ossa
Adesso so che non esistono affatto
E che non sono mai esisti
E che fin ora ho dato fondo con le dita
Soltanto a croste di nolente grammatica
Ai miei lamenti senza alcuna utilità
Alla mia fragile ignoranza d’espressione
E questa stanza senza oblio mi ha rivelato
Ogni segreto a questo squallido universo.
Lo scriverò senza timore in versi
Come un’ amante appassionata
Come se ancora mi potessero ascoltare
Ne scriverò fino alle soglie dell’alba
Finché i miei occhi non saranno consumati
Mentre tremante sdraierò le membra stanche
Contando l'avida follia per ogni battito
Per ogni sistole che allarga il mio cuore
 “Venite, voi che ascoltate
Andate al magico viaggio:
E’ certo vuoto il cielo
Del sole e delle stelle brillanti
Venite, noi prendiamo il cammino.
La notte non è nostra amica
Ha chiuso le palpebre.
Chi ha dimenticato la Luna
Ci lasci attendere nell’oscurità”
 
E persi il buio tra le braccia,
non ricordandomi nemmeno il mio nome

 

 
EvenS - Tell


 

lunedì 17 novembre 2014

Incontri con tre passanti

" E quanto più del pittoresco mi colpisse la poesia delle cose"
[R.Radiguet - Il diavolo in corpo]

Avete presente quella bizzarra fascinazione degli altri che spesso è inevitabile provare quando si passeggia? Quella sorta di poeticissimo senso di sospensione nel partecipare all'esistenza altrui attraverso la compenetrazione, la mera concordanza di semplici espressioni e stati d'animo indefiniti? 
Provo una sorta di amore insondabile per le masse in movimento. E' un feticismo da artista.

Orme:

Respiro poesia a bocca aperta
avvinto in nugoli di piazze ammassate
Respiro poesia con Te,
quando mi sfiori attraversando
le fredde mani sconosciute
E mi ricordi con lo sguardo un sobbalzo!

Attorno ai ciechi marciapiedi
queste mie orme insensibili

Geometrie:

Non mi combattere d' iridi
svuotate
Ti ho amato fin dalla prima pelle
fin dal motivo che disegna
sulla tua faccia quello sguardo inaccogliente

Sono commosso e come immobile 
per te
di geometrie senza disordine

Considerazione:

Potessi credere soltanto adesso
ancora un cielo
                     un turbamento
una vergogna
Se così incauto nel respiro non odiassi
questo mio busto decrepito
Assieme all'acqua sopra il fiume scorrerei
e contorcendomi di smorfie in rivoli
 e divorando nel mio letto il sole

Vincent Van Gogh - Un paio di scarpe, 1886


Tenru - The way she moves


lunedì 10 novembre 2014

A esser poeta ci si fa solo del male

"Io non sono un porta-insegna
né un esploratore dal cuore d'aquila
sul cammino verso il paese dell'aurora
Sono un salice in riva al fiume
attraversato dal mormorio dei venti
da cui lo spirito di rivolta del mondo
solo può ricavare un piffero
e con esso modulare un canto
in cui siano tempeste, afflizioni e amore"
[Katri Vala - Pajupilli, il piffero di salice]

La verità è che tutto ciò che amo in questa vita è la poesia, e che l'attuale fonte di tutte le mie più grandi sofferenze è di non poterla condividere con il mondo, il non sapere se sono abbastanza bravo, se mi impegno nel modo giusto per poter anche solo sfiorare la bellezza dei grandi cantori del passato.
E' veramente frustrante pubblicare in questo blog e non trovare neanche un commento, elemosinare attenzioni dalle case editrici e non ricevere risposta...e poco contano stronzate come " la vera poesia è quella che ti porti nel cuore", o i soliti discorsi consolatori alla " ma magari non riescono a capirti". 

No. 
La poesia per me non è un hobby o un vezzo, io la AMO, e rinuncerei a braccia e gambe pur di poter scrivere come davvero vorrei, rinuncerei persino agli occhi, alla bocca, alla lingua...a tutto, tranne alle mani e al cervello.
E alla luce di questo, come potete pretendere che mi accontenti di qualche semplice spiegazione di comodo, che mi basti scrivere su un blogghetto di merda che frampò manco leggo io stesso? 
E per favore no, non ditemi che sono arrogante o esibizionista, perché se ognuno di voi ha mai scritto con sincera passione accontentandosi semplicemente di far leggere i propri lavori all'amico e alla sorella o è Emily Dickinson, o non ama davvero la scrittura ( magari scrive bene eh, ma non la ama) o non è adatto a fare lo scrittore, il poeta in particolare, perché i suoi desideri sono controllabili e quindi deboli 

Infatti, come diceva Blake, in un suo celebre passo:

Coloro che reprimono il desideri lo fanno perché il loro desiderio è abbastanza debole da essere represso 
[W. Blake, The Marriage of Heaven And Hell]


                                          Caspar David Friedrich - Due uomini contemplano la luna

E il mio desiderio di essere poeta è forte, più forte della vita stessa. Non mi importa della gloria, né del denaro, voglio solo scrivere ed essere letto, perché l'essere letti è una parte fondamentale dello scrivere, anche se tutti quanti se ne dimenticano.

D'altronde scusatemi, siete mai stati innamorati? Forse che amare una persona significa accontentarsi di guardarla da lontano senza comunicarle i propri sentimenti? 
Io non so voi ma non mi verrebbe mai in mente dire ad un giovane fremente di passione che in fondo il vero amore sta nel cuore di chi lo prova...cioè dai! E' una delle più lacrimevoli stronzate che si siano mai sentite!

Quindi sì, VOGLIO essere letto e VOGLIO pubblicare, anche gratuitamente, senza prendere uno spicciolo, anche a costo di sentirmi dire da tutti che faccio pena.
E se pensate che sia una brutta cosa potete baciarmi il culo peloso.

Umida incerta:

E sono come una gramaglia di ricordi
un vecchio salice rigonfio
che tende lapidi i suoi cigli verso terra
Con questa pioggia che mi bagna fino al fango
fino a toccare le mie imberbi radici

Attenzione:

Vorrei centrare questa mia coscienza
vorrei centrarla in tutto ciò che accade
che mi discosta e m'indugia
mi lascia molle come terra bagnata
Vorrei centrare questo essere e nutrire
le vostre crepite parole di carezze
Ma trovo solo accanto a voi
nuovi ritorni
la mia immediata solitudine

e non vi posso che scoprire silenziosi
mentre gioite a questo corpo sospeso

Potessi:
 A S.B.
Potessi spenderti nei baci ogni mia cellula
che ha impresso il morso sulla pelle
della sua vana e silenziosa apparenza
potessi splendere per te ogni giorno
assieme all'alba
potessi essere la polvere sui cigli
dei balconi
potessi alzarmi con un soffio di vento
oh, e riposarmi sui tuoi occhi umidi
ti chiederei ancora una volta di piangere
e nelle lacrime tue un'ultima volta
come in delirio mi farei annegare

La quercia

Di conoscenza non si cresce
che sgravandosi
Prima di tutte le altre piante la quercia
riceve il sole sopra il bosco antico
e quante foglie, quanti fiori ha perduti
per arrivare così prossima al cielo!


Gackt Kamui - Blue



venerdì 31 ottobre 2014

Tu sei fatto di lacrime

"Così Ovest ed Est possono andare
come gli umani, l'uno all'altro incontro
Uno soltanto è rimasto a rammentare
dell'altro, chissà dove, solo il pianto"
[Yrjo Jyhla - Incontro nel bosco, Kiiratsuli, 1941]

Da molti mesi a questa parte sto dedicando veramente poco tempo alle prefazioni che sono solito inserire in quasi tutti i post pubblicati. Non solo perché sono stanco, emotivamente stanco, ma più che altro perché non ho nulla di interessante da dire se non quelle quattro parole di circostanza che rendono i miei monologhi  molto simili a quelle odiose quarte di copertina appiccicate sul culo dei libri seconda mano o, nei casi peggiori, ad un volgare e schizofrenico brainstorming dai toni grotteschi.

Complessivamente quindi, sono consapevole di offrire un contributo all'ermeneutica affatto privo di corpo.
Sostanzialmente, me ne frego.
L'hypocrite lecteur colpisce ancora...

Non so scrivere, non sono mai stato capace.
Stasera sto di merda, vorrei piangere, piangere e piangere fino a farmi sanguinare il naso.

Come diceva Shakespeare, nel Tito Andronico?

"Tu sei fatto di lacrime,
e nelle lacrime presto si scioglierà la tua vita"

Era l'atto IV se non sbaglio.
E quando Tito si prostra, ombra di se stesso. di fronte ai senatori, cosa chiede?
" Siano le mie lacrime a nutrire questa terra secca"

Per Tito perlomeno, il dolore può nascondere sfumature di vita, di dissoluzione anche,  e di morte.
Io invece sono inerme e vuoto e sto di merda. Fine. 




Edvard Munch - Sera nel corso Karl Jhoann
Passeggiando:

La forza invalida di questi
                     cambiamenti
soltanto un tremito

Ed urlo morbide scintille al vento
con la mia gioia


Vedeste:

Questo dolore che è la corda della vita
questo dolore che c'insegna l'indolenza
la pigrizia
questo dolore, nudità del respiro
questo dolore tutti voi lo rifiutate
altalenando indubbi vespri psicologici
e mi parlate di un affetto mancato
mi ricordate della madre che scontenta
lasciò suo figlio alle carezze dei rifiuti
della ragazza dallo spirito informe
che indugia in letti voluttuosi per fermare
il proprio senso

Mi raccontate queste storie atroci
e dietro un candido cappotto di pelo
porgete livide monete ad adottivi
vagabondi
Ma se vedeste, proprio adesso
il mio cuore!
Come un ascesso di candore e fiamme
di fronte a voi
accanto al vostro dignitoso contengo.
Se lo vedeste, cari amici
cosa fareste per domarmi?
Sorridereste ancora?

Tempus:

In questa satira di gioia confusa
come d'un fragile sostegno
alle mie indomite regole


Destrage - Where things have no colour



giovedì 23 ottobre 2014

Ano hi mita sora

"Ano hi mita sora akaneiro no sora wo nee kimi wa oboete imasu ka
Yakusoku chigiri shoka no kaze ga tsutsumu futari yosotta
[ Il cielo che vedemmo quel giorno, quel cielo rubino: te lo ricordi?
Ci facemmo una promessa, avvolta nella brezza della prima estate 
 prossimi l'uno all'altra]
(SID) - Uso ( libera traduzione) 

Il funerale dei grilli:

Forse
alzassimo la testa e toccassimo
le stelle
mordendoci gli occhi a un solo passo dal cielo
Forse selvaggi, forse muti
attorno ai tendini distesi
di questa notte crivellata dal vento
Mentre godiamo di risposte atoniche
lasciando il fremito dei grilli a canzonarci

Come un velo funebre



Klimt - Danae ( rivisitazione di Milo Manara)
Cielo:

Nessun sonno, nessuna attività
al bacio limpido che vuoto
mi contorna
A questa stanza disadorna di passi
queste ordinate vertigini di blanda
solitudine
Ma perché mai dovrei ostinarmi?
Pestare i piedi ed impegnarmi
a decorare il pavimento di grammatiche
Uscire il capo con la pioggia
abbracciarmi
Serrarmi gli occhi con parole senza forza
e addormentarmi troppo presto
per ascoltarmi crescere

Osserva adesso Padre mio
non è che straccio senza rughe oramai
il cielo

(SID) - Uso
 


giovedì 2 ottobre 2014

Est quadeam flere voluptas


Non sono convinto del risultato di questo lavoro. Non mi dispiace, ma due o tre immagini forse sono un pochettino banali e scontate...però mi fa piacere pubblicarlo, vedrò un po' quei due feedback che mi arrivano e deciderò se cancellare il post o meno.



Guercino - Il pianto di San Pietro, 1650
"Est quadeam flere voluptas
-V'è un certo piacere nel piangere-"
[Ovidio]
 
 
Questo dolore come soffice imbuto
in cui tritare ogni frammento del mio animo
in cui cadere
abbandonati ad uno scivolo
in cui trovarsi accompagnati
dal rozzo greppo di una stridula voce:
 
Tu non sarai mai, giovane uomo
tu non sarai mai libero
 
Ed il suo attento penetrarmi mi invade
mi raschia l'eloquio
mi digerisce come lima impercettibile
sopraffacendo ogni mio sforzo di solerzia
mi dà il sapore del trovare il mio corpo
ogni flessione al mio sognare feroce
 
Mai libero, mai.
 
Ma vorrei avere troncate le braccia
la testa floscia e inletarghita
come un pampano appisolato al sole
Sono infelice io, infelice e colpevole
e la mia nascita carezza il presente
affascinando la mia acredine di esistere
 
Est quadeam flere voluptas
Mai libero, mai.
 
Authr - Beliefs
 

 


mercoledì 24 settembre 2014

Fessure II

Ero sul treno e vedo questa specie di grande spaccatura soffice fra le nubi, una specie di maestosa feritoia inanellata di luce. Al che mi è venuto lo sghiribizzo e ho deciso di scrivere qualcosa in continuità con un tempa precedentemente scelto, quello delle "fessure".

Questo è ciò che ne è uscito.


Jhon Constable - Nube di studio 

Fessure (II) :

E d'improvviso attorno a me
ancora fessure
spuntano ardenti come tagli fra le nubi
mondano luce come filtri di cielo
in un laghetto fra le strade ed il muro
nelle finestre, fra le case
le vedo

Fessure.
Conati unici e ardenti
urlanti spazi che improvvisi s'impongono
e lascian baci a soverchianti silenzi
mentre d'un palpito ti sfiorano il cuore.
E sei già solo, fra le case
dopo il secondo che t'invadono gli occhi


Serji Tankian - Sky is over
 







venerdì 19 settembre 2014

Il Tarlo arrogante


 
                                                                 "Oh! Scruta d'intorno gl'ignorati abissi
più ti va lungi l'occhio del pensiero
più presso viene quello che tu fissi:
ombra e mistero"
      [ Giovanni Pascoli - Sapienza, Myricae]
 


L'uomo che non dubita, credo
è come il tarlo dall' elitra striata
che ad ogni morso ottiene polvere e sego
e mentre osserva le sue stanze macilente
esce alla luce convinto d'esser pieno
 
 
Hiatus -  Precious Little
 
 
 




lunedì 15 settembre 2014

Fessure

Lawrence Alma-Tadema  - Antonio e Cleopatra
 
 

            Ho cominciato a vivere, 
 ma non a respirare
                      [ Ivan Ivanovich Dimitriev - Diaro di un vaggiatore]

Piccole mani e miseri occhi
ho sempre avuto
così che il mondo mi sovviene
come un piccola fessura d'immagini
ed io non so come trattarlo
mi rende torbido la sua interezza

Piccole mani che non sfiorano
piccoli occhi dove sfugge la luce
tanta bellezza che d'un tratto
sembra formarsi sul mio sguardo ammutolito
Così che il mondo mi sovviene
come una piccola fessura d'immagini
 
 


 Skrux - Infinite ( ft. Anna Yvette)


lunedì 8 settembre 2014

Nemoria Arizonaria

Non l'ho mai detto ma la biologia degli organismi è sempre stata una delle mie grandi passioni e, a dirla tutta, l'unica branca della scienza capace di scatenarmi un entusiasmo sostenuto e sincero. Sarà che mi affascina l'esistenza in tutte le sue forme e cazzate simili suppongo...

Comunque, dopo settimane e settimane di inattività sia scrittoria sia blogghistica, ho finalmente trovato un argomento di cui valesse la pena scrivere qualcosa.  Mi è capitato così, di punto in bianco, mentre studiavo( odiatissime) scienziaterie  per il prossimo esame universitario: la Nemoria Arizionaria.
La Nemoria è una stupenda varietà di falena dal colore smeraldino la cui larva, in periodo primaverile, assume l'aspetto dell'amento della quercia per mimetizzarsi. Come praticamente il 99,99% degli animali su questa terra, l'ho trovata una creatura estremamente affascinante e per qualche strano motivo PUFF, ho sentito il bisogno di scrivere.

Spero risulti un lavoro gradito, perlomeno ai moscerini che ogni tanto mi passano davanti allo schermo.



In piena estate sono spesso
una tempesta di fomenti sciolti
una carezza dal turgore ardente
in piena estate
prima che il vento mi travolga e mi rivolti

In primavera sono adesso
come la larva della verde nemoria
che dell'amento della quercia si veste
che si confonde fra i suoi fiori di cotone
Come la verde nemoria io sono

un quieto grappolo sul ciglio dell'eterno

 
Haring - Canopée




sabato 12 luglio 2014

E mi rammento al mio creare

E' una poesia, tutto qui.


 
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato. 

[ Montale - Non chiederci la parola]
E mi rammento al mio creare
Della mia gioia la tormenta
E il rifugio
Siamo spirali che s’avvincono così
Nell’impotente meraviglia dell’estasi
Color pallore come ossa e dolci
Come artifici che convergono nell’anima

E mi punisce il mio toccarvi il sorriso
Perché ho paura di ammaestrarmi gli occhi
Che ho ben più in odio il vostro muovere certi
di tutto il cedersi del mondo al dissipare

Beethoven - Sinfonia n.7, secondo movimento "Adagetto"
 
 
 



lunedì 7 luglio 2014

Il vecchio mare

Non so come siano uscite queste due cosette che ho scritto. Penso siano abbastanza banali nel complesso, ma a pensarci bene affermo la stessa cosa  del 90% di ciò che tiro fuori , quindi magari è solo una mia impressione.
Una cosa è certa, non sono un innovatore. Se i miei versi hanno una forza ( ed è un se molto dubbioso) non sta sicuramente nell'originalità dell'impostazione, almeno così mi pare di constatare e con una certa frustrazione tra l'altro. La poesia è l'unica cosa che mi preserva dalla non-esistenza e se fosse per me farei solo ed unicamente questo, senza alcun freno o inibizione.
Scrivere tutta la vita, punto e basta, fanculo a tutto il resto.

Il problema, però, è che se non sono uno bravo, se non scrivo cose veramente belle, questo immenso desiderio non è altro che un gigantesco castello di carta straccia.
Sarà per questo che un " sì dai, bella poesia su" mi ferisce molto di più che un "non mi piace starroba"? Per la paura della mediocrità?

Vabbè, fottesega, io intanto scrivo. Di merda forse, ma scrivo.

Settenari amorali:

"Che cos'è tutto questo parlare di virtù e di vizi?
il male mi sospinge e la riforma del male mi sospinge
io rimango indifferente
il mio non è il passo di chi critica e respinge
io irroro le radici di tutto ciò che è cresciuto"
[Walt Withman - Foglie d'erba]
 
Se è un odi et amo che tu vuoi
non sarò certo io a fornirtelo
mio caro
Io sono come lo Stige, oltre lo Stige
e più di nove o cento volte l'Inferno
e il Paradiso abbraccio
sgomitolando l'universo in baci postumi
 
Ogni esistenza mi sospinge, lo sai
una parola d'amore
guida imperterrita ogni sforzo del mio piede
e se potessi accarezzare i malvagi
e se potessi dare tutto agli assassini e ai ladri
credimi pure amico mio, io lo farei
dimenticandomi del bene e del male
 
Il vecchio mare ha come suoni di respiri:
 

Lasciato il peso dei pensieri,

Nell’inerzia io posso annegare –

Dimentico i canti delle muse,
M’è più caro il mormorio del mare.
[Aleksandr Sergeevic Puskin - Terra e Mare]
 
Il vecchio mare ha come suoni di respiri
e la mia carne è bruna terra e sabbia
quando l'addome dell'oceano protende
e sfrigolando tocca i margini dei lidi
Il vecchio mare quando infrange
con indolenza chiude in sé  le effervescenti dita
Il vecchio mare così liscio e rugoso,
il vecchio mare ed i suoi suoni di respiri






giovedì 3 luglio 2014

Les neiges d'antan - io detesto il nichilismo

Io odio il nichilismo. Ed odio tante altre cose, tanto quanto le amo.
Sì è una frase banale.


Tutto quello che faccio, a dire il vero, è sempre tremendamente banale. Non sono una persona complessa.


A volte mi chiedo se il buon Dio mi abbia creato apposta per sfottere la civiltà dell'individualismo e dell'originalità. o se forse non mi abbia piantato qui tanto per prendermi per il culo.
O forse non è che Eschilo aveva ragione ed in realtà tutte le minchiate che faccio sono il frutto di una volontà divina? Non è che la mia stirpe verrà punita per secoli e secoli tipo progenie di Laio ed i miei figli dovranno starsene al mondo vomitando bile e risentendosi contro l'aggressività malcelata della democrazia moderna?


Boh. Sta di fatto che odio il nichilismo.


Io sono uno che ama, gente! Uno che se ne frega se "vince sempre il più forte" o se "la gentilezza è ipocrisia dabbene". Sono uno che aiuta perché nell'aiutare ricava piacere fisico.
Ma fisico fisico, tipo masturbazione. 
Anche se questa è un'altra storia.


E a quelli come me, quelli che amano e basta, il nichilismo sta sui coglioni. Tutta quella falsa capacità di accettare la propria crisi, quell'atteggiamento da ubermensch inacidito con il mondo...
Nah, non fa per me.
Io amo per amare, non ci sono spiegazioni filosofiche.
Io non sono la persona pronta a dare tutte le certezze.


Io sono un coglione, e come i coglioni mi appiccico ovunque, abbraccio tutto, mi avvicino a tutto per osservarlo meglio.


Ehi, questa fa ridere.


Comunque ieri ero talmente angosciato che per sfogarmi ho dovuto scrivere.
Ne sono uscite tre poesie, con alcuni riferimenti ad alcune letture frammentate.
Le spiego qui, molto brevemente, per evitare di sembrare criptico:


La prima sviluppa un tema trito e ritrito, quello dell'ubi sunt, del ciò che era e che ora non è più, del passato che non ritorna. Ubi sunt significa "dove sono?" ( quelli che erano prima di noi, quello che c'è sempre stato?), ed è un'espressione tipica di molte poesie medioevali.
Le citazioni e i riferimenti che ho inserito si rifanno proprio ad alcune fra le più famose di queste:   Le neiges d'altan ( le nevi di un tempo), sono un'immagine di François Villon, mentre i versi riportati sono tratti dai "Poemi della sventura" di Rutebeuf:


Que sont mes amis devenus
Que j'avais de si près tenus
Et tant aimés ?


Il resto è farina del mio sacco.

La seconda  ha solo un riferimento, che è quello alla forfecchia citata in Huxley nel romanzo "Passo di danza". Essa coincide con una brevissima riflessione sulla condizione umana di fronte al dualismo Bene-Male, che invece di risolversi in un superamento dei valori stile Nietzsche si riduce ad una parodia dei suddetti e della scelta etica.
Detto maluccio  è così, ma tanto inserisco la citazione e voi ( cioè chi mi legge, cioè due persone) capite tutto.

La terza non ha riferimenti particolari quindi meglio per me, che non devo far fatica.

Voglio precisare che non è per mero gusto estetico o per bisogno di ostentare la mia ( scarsa) cultura che inserisco citazioni ad minchiam. Tantomeno desidero creare una sorta di poesia iniziatica e di nicchia cui pochi individui possono accedere.

Inserisco le citazioni perché mi piacciono, perché colpiscono la mia interiorità  e perché ho letto troppo Eliot. Non dovete cercare in esse qualche strano senso nascosto, qualche dubbio messaggio criptico.

Ci sono e basta. Esattamente come io sono al mondo e basta, e come tutta questa assurda esistenza è assurda esistenza e basta.

Leggetemi così e sarete a posto.

Ubi sunt

"Roma pristina nomine
nomina nuda tenemus"
[Bernardo Cluniacense]

"Annichiliato, ora rinasco
dall'assenza, dal buio, dalla morte
cose che non sono"
[ Jhon Donne - Notturno del giorno di S.Lucia]

Ma dove sono le nevi di un tempo?
Le Neiges d'antan
le parodie dell'ubi sunt
e della rosa che era stata e che è appassita
come una serpe deperita sul mio labbro molle?
Che sofferenza, Padre
queste pareti dalla livrea confusa
e più pesanti e prosaiche della mia ignoranza
queste mie voci pungenti

Que sont mes amis devenus?

Le mie bestemmie che han più amore di preghiere
la mia fiducia mutilata
le mie paure che si fermano ad un soffio  dal cuore
E non lo so
io non lo so
che ne sia stato delle nevi di un tempo
e degli amici che ridendo vi affondavano
e delle case dirompenti e dei pini
e delle travi liscio scuro che reggevano i tetti

Que j'avais de si près tenus
et tant aimés

Cosa ne è stato dei miraggi fra i miei sogni?

Mentre li cerco trovo solo
un loro accenno nei vocaboli di genere
che l'avvenire ha avuto molta potenza
per dissipare in questo modo l'universo e il singolare
per imbrigliare l' energia che non ha origine
violando astuto ogni realtà termodinamica
per impedire il mio pensare e il mio scrivere
questo poema dell'umore e della mia disgrazia


Lawrence Alma-Tadema - La morte di Ippolito, 1860


Avicula:

" Buona già!...Oltre il Male e il Bene, ecco quel che siamo oggi tutti.
O  forse siamo semplicemente al di sotto, come una forfecchia
dentro una rosa? Mi glorio nel nome della forfecchia!"
[Aldous Huxley - Passo di danza]

Schiacciami e spezzami come gli ossi dei polli,
la metafisica presunta
della rottura di clavicole e sterni

E quale etica mi guida?
L'etica unica mio caro,
il nome sacro della forfecchia.



Senza nome:

Io non sono un poeta,
ve lo ripeto questa volta per tutte.
Sono un cretino, un gretto idiota
un moralista un qualunquista e un barbone
un deficiente, un provinciale
un salmodiante con vestiti da Re Sole
Io non capisco i grandi scritti
non trovo senso in allusioni ed enigmi
non ho memoria per citare
e sviluppare discussioni da sapiente
ed è già tanto se so ancora respirare
che m'identifico in nulla
se non nel passero che soffoca nel fango.
Io non so scrivere versi né comprenderli
so solo prendere speranza
e dare amore come un voto di pace eterna

Sgozzami adesso se ti va, intellettuale
fatemi a pezzi nichilisti
e tutti voi grandi maestri del comporre
Prima che venga a disturbarvi le notti
fatemi a pezzi facilmente,
che non so nulla e non mi scanso io
e tutto voi avete le armi
e la corretta cattiveria



Bonobo - Sapphire

martedì 1 luglio 2014

Quando avrà inizio la guerra atomica?

"Ma questo senno e questa esperienza sono la morte della poesia"
[Giacomo Leopardi - Zibaldone]

Voglio gettarmi nelle mie splendide fantasie e fottere il dannato mondo della gravità occidentale.
Voglio penetrale, giocarvi dentro.
Fuggire ai tetri inganni e ai falsi vantaggi dell' Io sociale complessivamente imposto.

Perché voglio farlo?
Perché?


La mia domanda è sempre stata questa, e questa rimarrà tutta la vita immagino.

Perché?
Perché sono nato?
Perché mi muovo?
Perché devo imparare? Avere successo?
Farmi crescere i capelli bianchi andare in vacanza mangiare accudire un figlio affermarmi nella professione esercitare autorità produrre un parere politico fecondare una moglie guidare in macchina fino al lavoro?

Perché?

Cazzo. Perché?
Perché l'angoscia, che ne ho così tanta da non poterla esprimere?
Questo mio strano senso di esistenza, questa mia indegna volontà di non impormi...

Cazzo. Lasciatemi in pace, con queste domande che io mi faccio ma mi fate voi e che da piccolo mi sono state iniettate dentro dalla vostra bocca.

Lasciatemi in pace. IN PACE.

Ma ascoltatemi...

Scrivo questo blog perché è l'unico posto dove posso fare qualcosa senza inciampare in minchiate, dove posso esprimermi senza essere giudicato, scrivere male senza rendermene conto.
Non è come l'università o i concorsi di poesia, qui non ci sono occhi a guardarmi per decidere della mia inettitudine, bocche a domandarmi se conosco quello o quell'altro autore, quella o quell'altra teoria, quella o quell'altra citazione.

INTELLETTUALI DEL CAZZO, VAFFANCULO. Idioti.

"La distruzione genera una realtà particolare, prossima, in maniera elementare, all'irrealtà"
[Victor Serge - Anni spietati]

Quando avrà inizio la guerra atomica?

Quando avrà inizio la guerra atomica?
Voglio disperdermi in un soffio di polvere
Farla finita ed esplodere
nella potenza d'un immensa distruzione
vorrei allungare le mie braccia infuocate
su valli verdi e costellate di abeti
Vorrei varcare coi miei passi monti e rocce
per dissiparle come foglie ai roghi

Forse quel giorno sarà pronto
Potrò adorare davvero
amare davvero
Potrò capire la pienezza del mondo
stringerlo tutto in un abbraccio ardente
Nella grandezza delle fiamme contemplarmi
la prima volta nella vita completo
la prima volta nella vita maestoso

Frattaglie:

Questi miei versi sono sempre troppo urlati
troppo appuntiti e troppo densi
infastidiscono il lavoro dei timpani

Augurio:

Non sono fatto né per vivere
né per lanciare monche esche ai sapienti
brucio nel nulla
                   nel nulla
e ridacchiando vi trascino nel fondo,
assieme a me

Confronto:

Ogni tuo gesto travalica ed affina
disegna splendide figure
articolandole in scalena bellezza

Ogni mio gesto sottintende e confina
concentra il fremito e  il disgusto
e vi s'ingozza senza grazia né premura

Gustav Mahler - Sinfonia n°5 "Adagietto"


venerdì 27 giugno 2014

Sospensione

Più cresco più mi sento inadeguato. L'ho già detto? Ma non inadeguato come l'intellettuale fra la gente comune, inadeguato come la formica fra le termiti. Non so se si capisce...non è una semplice questione di linguaggio o chissà quale altra stronzata da pseudo-wittengsteiniano. E' dolore, punto e basta.


Ieri notte ho scritto queste, abbastanza di getto.
Speriamo bene.

Le foutù:

Le mie parole  per i folli senza culo
per gli sperduti marinai senz'acqua
Le mie parole per lo stupido amante
e per chi affoga nel suo stesso riprendersi
Le mie parole agli iniziati dei suoni,
e agli apprendisti delle immagini e del tocco
alla poesia che ti s'incastra nel petto
e ad ogni verso che zampilla dai singhiozzi
Le mie parole così inermi
a tutti voi che come me ve ne infischiate
La mia gaiezza a tutti voi
che v'immergete in ogni cosa incerta.
Sono un ribelle, lo sapete,
ma per finta.
Sono l'idiota che non legge il giornale
sono l'idiota che lo cita a memoria
sono l'angustia di chi è stanco di sapere
sono il dolore di chi è stanco di soffrire
sono le luci della sera cittadina
che ti si accumulano torbide negli occhi
Sono un coglione mannaggia!
E ti racconto le mie lacrime e i miei pugni
i ghigni ingordi che i sorrisi nascondono
e tutto il vanto che mi sono costruito

Sono un ribelle, lo sapete,
ma per finta

Sincope:

Canto muovendo le mie rime
in convulsioni
E tu mi odi ma mi ascolti
e mi ritrovi un poco in te, io credo
assieme a me
assieme a tutti

Autoanalisi:

Potessi prendermi con più chiarezza
potessi smuovermi e  afferrarmi il pensiero
io conterei senza timore
ogni tendenza custoditami negli occhi
Ma sono steso in questo letto per ora
liso in frammenti da nozione confuse
e anticipando le mie mosse mi disperdo

della mia vita pio veggente senza bocca



Polvere:

Passiamo le ore a snocciolare il Bhrama
profetizzando di noi stessi fra le dita:
Lo troveremo?
Del silenzioso spazio esteso l'abbraccio
un bacio ambito dalle calde labbra
Cerchiamo.
Astuti e pronti sulla preda
come rapaci dagli artigli feroci
e inebriati dalle altezze raggiunte
vediamo tutto come un punto lontano
dimentichiamo il nostro essere partecipi

e siamo soli come grani di polvere

Talento:

Talento, talento
io non possiedo alcun talento dorato
eppure voi mi circondate ancora
cuocendo in fondo alle mie remore opinioni,
pareri acuti,
                    descrizioni.
Lasciatemi perdere insomma!
Non voglio credere alle vostre domande.
Scrivo poesie per sostanziarmi
cerco lo sguardo di altri corpi per spiegarmi
E' solo questo che sono,
Nessuna grande prescrizione
nessuna strana teoria

Mea Lisitrata:

Tutti si perdono e si scopano
tutti si vestono e si coprono
le loro menti inebriate dallo smog
le mie meningi inebriate
dall'eroina del consenso compiacente

vorrei spogliarmi proprio qui, davanti a tutti
in questa strada che profuma
di deiezioni e di catarro e fallimento
Nessuno umano che conosco sa accettarlo.
E trastullandomi l'uccello sorrido

afferro il mondo sulla punta del mio medio

Faux Tales - Atlas


giovedì 19 giugno 2014

Anessenza

" 'sta vita te sfregia" - Noyz Narcos


Più procedo nella scoperta di me stesso più mi sento inadeguato ad ogni campo possibile della conoscenza, dalla filosofia alla scienza sino alla filologia o alla politica.
In pratica sono un penzolo nomologico dello studio, il che non è particolarmente confortante.

Eh vabbé, almeno posso scrivere poesie per convincermi di valere qualcosa.




Questionario:
"Il caso, in breve, è questo: ho perduto ogni facoltà 
di pensare o di parlare coerentemente su qualsiasi argomento"
[Hugo von Hofmannsthal - Lettera di Lord Chandos]

Che cosa sono Io?
Che cosa valgono i miei ingordi sforzi?
e questa zoppa poesia innocente,
questo mio tendere al perfetto ignoto
questo covincermi e credere
nelle vicende e nei sorrisi altrui.
Com'è possibile, così?
scoprirsi sempre l'irrisolto
impelagato nell'angoscia 
e nel tremore.
Strozzato.
Al giogo angusto della fretta
nell'impazienza del trovarmi avvinto.
Che cosa sono Io?
Ecco!  una voragine di spazio forse,
un precipizio che non conta dimensioni
un gorgo antico che s'ingravida 
di buio
una mozione
un gesto inconsulto.
Che cosa sono tu mi chiedi?
Sono le tenebre dal fragile labbro
Sono la fiamma che le lacrime spengono
Sono l'uccello che nel volo
è assassinato dal proiettile.
Oh, io sono Io,
la mia incoerenza è inesauribile!
E proprio tu lo puoi vedere:
Il fallimento che ho infilzato nel fianco
è tutto ciò che posso esprimere e capire


 Corruzione:



"Così la tropp'arte nuoce a noi: e quello che Omero
diceva ottimamente per natura, noi pensatamente e con
infinito artifizio non possiamo dirlo se non mediocremente, e in modo
che lo stento più o meno quasi sempre si scopra"
[Giacomo Leopardi  - Zibaldone]


Il Bello dell'arte ha ormai ceduto
alle carezze di un vezzoso Tempo
e la Natura che parlata vi trovammo
è poco più di un dissipato cadavere



In questa vasta corruzione spontanea
per molto tempo ho navigato
vi sono emerso con paura e calma
così invecchiato che talvolta


non mi ritrovo nel mio stesso respirare






William Turner - Il naufragio del Minotauro, 1793



Noyz Narcos - Zoo de Roma




mercoledì 18 giugno 2014

I quattro stadi della mia ignoranza

I quattro stadi in questione sono i quattro stadi della conoscenza che Platone enuncia nel libro VII della Repubblica. Chiaramente il riferimeno è autoironico ed il processo di analisi non si conclude nel nous, nella comprensione delle idee, ma è aspramente aconclusivo.




"Povero angelo mio, il tuo grido improvviso
questo diceva: << Tutto al mondo è vano
per quanto si mascheri e s'impiastricci il viso,
si scopre ovunque l'egoismo umano>>"
[Baudelaire - Confessione,  I Fiori del Male]

"La saggezza mi dice che io non sono niente; l'amore mi dice che io sono tutto"
[Nisargadatta Maharaj]

I. Eukasìa

Mi osservo spesso proiettato nello specchio
e sull'immagine diafana
del mio cervello
Dall'antro ambito in questo corpo
posso guardarmi in ogni piccolo dettaglio

Se tuttavia provo a toccarmi è invano,
scopro di essere l'accenno
di un miraggio
e vado e vengo con la luce
o coi capricci dei miei scarsi neuroni

II. Pistis

Regalo schianti di banalità
accompagnati da bordate di sciocchezze

Venite da me, dunque
e confermate il vostro pregio a voi stessi!

Io sono un grande consulente, il migliore:
mi mosto al peggio della mia natura

perché possiate imbellettarvici la vostra
 
Pieter Bruegel il Vecchio, Paese della Cuccagna, 1567, olio su tavola, Monaco

III. Dianoia

Se pensavate che vi avrei raggiunti
che avrei vissuto questa vita sul serio
che avrei sgobbato, lavorato, sperato

Se pensavate che anche Io
avrei abbracciato e colorato questo gioco
sappiate solo che m'importa di nulla

Io non ho più concetti, li ho perduti
e tutto che adesso so
è solamente come un modo di dire

IV. Nous

Lo stato di moto in me
come la nebbia che devasta i paesaggi

lo stato di quiete in me
come la roccia sgretolata alla tempesta

fra queste corde sono avvinto
e mi domando chi mi ci abbia appeso

 
Zebrahead - Falling Apart
 
 




giovedì 8 maggio 2014

Dialoghi dello scettico- Le perturbazioni di Timone

 "Che il miele sia dolce, mi rifiuto di affermarlo,
ma che a me sembri dolce, lo posso garantire"
[Timone di Fliunte- Sui sensi, citato da Diogene Laerzio]
Anassarco: Ogni parola è indifferente
impenetrabile alla stregua del diaspro
A quale scopo allora
dentro di me s'inoltran solo parole?
Non posso credere o toccare
senza che esse mi raggiungano le orecchie

Non posso amare o contemplare
senza vederle trivellarmi la gola
Parole, incastonate in ogni strada
tra le finestre e fra i mercati rionali
dietro le porte e sotto i tetti
Parole antiche, ruggenti

Affascinanti e maestose
Non valgono nulla.

Pirrone : poche parole ho trascritto Anassarco
in questa gravida vita
Eppure mai le mie paure
ho trattenuto accanto al fiero Macedone
Ho detto bene di ogni uomo e animale
e conosciuto la sapienza dei più giusti

Indifferente, senza misura
indiscernibile

Ma adesso tu mi hai trasportato fino all'India
fra la costanza dei fachiri e degli asceti
e illuminato dalla gioia di Rudra,
incoronato dall'essenza immortale
riscopro in me nuove voragini d'assenza
e tutto quanto è indifferene Anassarco

Senza misura, indiscernibile!

Timone: Maestro, tu mi hai insegnato molte cose
ma sono stanco di imparare opinioni
ho già sprecato troppo tempo e forze
e la mia bocca è ormai avvizzita
in discussioni che hanno spento il mio entusiasmo

La Scienza?La Ricerca?
Sono balocchi per bambini gelosi
ed io più nulla asserisco ormai
che timoroso il cuore mio
s'incenerisce al primo sguardo di uomo

Ah, la mia profonda idiozia
come un cipresso trasbordante di resina
per evitarla sceglierò il silenzio
e i vostri schemi non saranno
che un soffio d'aria da Fliunte ad Atene

Indifferenti, senza misura
indiscernibili










Edward Hopper - Morning sun

 
Faux Tales - Dystopia
 



mercoledì 23 aprile 2014

Astronomie interiori

"Ingurgitare e digerire la giovane vita come un sole
e cacarla come una luna"
-J.P.Richter-

Confutazioni:

Ispirazione? Nessuna.
dentro di me soltanto Amore

accatastato come tumuli sui campi



Dualismo:

Una parte di me si è dimostrata
molto sciocca
l'altra è in attesa, ed ha intenzione di eguagliarla

Sono diviso, adesso,
in una colica assimetrica
E tutto ciò che può ferire

mi passa accanto dentro schiaffi di vento



Luis Ricardo Falero - Musa della Notte


"Ho cercato due cose identiche fra loro
ma non sono riuscito a trovarle.
Ho scandagliato la mia mente,
ma non ho scoperto due cose uguali.

Sembrano tutte simili:
l'uomo assomiglia all'uomo,l'animale all'animale
mai tratti di due creature non sono mai gli stessi,
nè maiil liuto modula lo stesso canto"

[Paramahansa Yogananda- Canti Cosmici]


Mily Balakirev - Tamara (symphonic poem)




giovedì 10 aprile 2014

Dio vi ama

"Mi sono proprio stancato di questo fottuto movimento di incoraggiamento all'umanità [del bambino interiore] che fa: "Esseri umani, ma quanto siamo carini! Avanti, siamo meravigliosi!". Gente, siamo dei virus con le scarpe. Ecco cosa siamo"

"Il mondo è come un giro di giostra in un parco giochi.
Quando scegli di salirci pensi che sia reale, perché le nostre menti sono potenti. La giostra va su e giù e gira intorno. Ti fa tremare e rabbrividire, ed è coloratissima e rumorosa ed è divertente, per un po'. Alcuni ci sono su da tanto tempo e cominciano a chiedersi: "E' la realtà o solo un giro di giostra?". Altri si sono ricordati e vengono da noi per dirci: "Ehi, non vi preoccupate, non abbiate paura mai, perché questo è solo un giro di giostra." E noi.. uccidiamo quelle persone. "Fatelo tacere! Abbiamo investito un sacco in questo giro di giostra. Fatelo tacere! Guardate le mie rughe di preoccupazione. Guardate il mio grosso conto in banca. E la mia famiglia. Questo deve essere reale." E' solo un giro di giostra. Ma uccidiamo sempre quella brava gente che tenta di dircelo, l'avete mai notato? E lasciamo che i demoni si scatenino. Ma non ha importanza, perché.. è solo un giro di giostra. E possiamo cambiare le cosein qualunque momento. E' solo una scelta. Niente sforzi. Niente lavoro. Niente uccupazione. Niente risparmi o denaro. Una scelta, proprio ora, fra paura e amore.
Gli occhi della paura vogliono che voi mettiate serrature più grandi alla vostra porta, che compriate armi, che vi isoliate.
Gli occhi dell'amore, invece, ci vedono tutti come una cosa sola.
Ecco cosa possiamo fare per cambiare il mondo, proprio adesso, in un giro di giostra migliore. Prendiamo tutti i soldi che spendiamo in difesa e in armi ogni anno e spendiamoli invece in cibo, vestiti ed educazione per i poveri del mondo e basterebbero a farlo molte volte, nessun essere umano escluso e potremmo esplorare lo spazio, insieme. Sia interiore che esteriore, per sempre, in pace
."

[Citazioni di Bill Hicks]


Bill Hicks è morto di cancro nell 1994. Come testamento spirituale, lasciò a tutti noi questa frase scritta: "me ne sono andato tra amore, risate e verità ed ovunque risiedano verità, amore e risate, io sono là con lo spirito".


Bill Hicks è morto, Bill Hicks...ve ne rendete conto? Viviamo in un mondo dove Bill Hicks muore ed uno pseudo-fascista come Ronald Reagan ha la fortuna di viversi la sua vita fino alla vecchiaia. Lo capite?


Viviamo in un mondo dove Jimmy Hendrix è morto, Jhon Lennon è morto, Martin Luther King è morto, Gandhi è morto, Dimebag Darrel è morto, Pasolini è morto, Kerouack è morto, Pavese è morto ( devo continuare?), ma dove tuttava gente come Reagan, Bush e Nixon prendono il Nobel e sono venerati.


Viviamo in un mondo dove i grandi uomini muoiono di cancro e si beccano proiettili in testa, mentre i mediocri e i deficienti si fanno strada fino all'apice.

E dove Moccia e Faletti fanno uscire un libro ogni volta che respiri...

Come potete pretendere che prenda seriamente una cosa simile?

Insomma, abbiamo assassinato Gesù e Krishna eh.

Come posso dare conto ad un'umanità che ha crocifisso il Figlio di Dio e crivellato di frecce l'incarnazione di Visnù?

No no, sappiate una cosa gente: è proprio per questo che sono un irresponsabile, che non accetto i vostri compromessi, la vostra morale spostata, i vostri moralismi biechi...

E di sicuro, se fra tutti noi c'è un pazzo, quello non sono Io.

Tutto questo per introdurre la mia schifezza della settimana, mica per altro!

Meditate gente, accedente una candela, sedetevi e meditate, che fa bene all'anima al cuore.



Poesia mistica

A te che prendi seriamente 
persino l'aria che ti penetra il naso
Ricorda sempre che il tuo corpo è qui,
e la tua mente è qui, simile a una spugna avvizzita
Ricorda sempre che la vita 
è solo un macabro e grandioso scherzo
La presa in giro della terra alla carne
un tetro scherzo di ottant'anni 
a questa specie dignitosa quanto un verme

Ricorda sempre che lassù ti aspetta un Dio!
Un Dio che ama le bestemmie e  le lodi
Un Dio che ama il terrorista come il folle
un Dio che ama il pacifista e il militare
Un Dio che fuma marijuana, per Bacco! 
Un dannatissimo Dio!
Un comunista, un fascista!
Ricorda sempre che lassù c'è un Dio
Ricorda sempre che è lassù
E che ti ama!

Dio ti ama, coglione!

A quale scopo percepirti in colpa?
E cosa fai? Perché stai lì?
Apri l'armadio appena alzato dal letto, perché?
Ti radi il viso, ti vesti,
esci di casa su una vecchia utilitaria, perché?
E una valigia grigo-scuro, il caffé,
dietro la porta del tuo ufficio
la segretaria con le tette grandi
il pranzo assieme , la pausa, tornare a casa e masturbarti
al lume truce di un talk show per casalinghe
                                          
 Perché? 

C'è un Dio lassù che ti aspetta
                                        
                                           allora perché?

Dio ti ama porca merda!
Ti ama!
Esci di casa, grattati il culo!
Suona la chitarra e poi bruciala,
scopati qualcuno e grida,
scrivi poesie
Piantala di giocare e vivi!
" Ma esiste Dio, non esiste?"
Non è importante, lo sai
Purché ti ami.


"Oh, Bill, lasciali stare. Sono così buoni, si presentano bene e sono un buon esempio per i ragazzi". Si fottano! e da quando la mediocrità e la banalità sono diventati un buon esempio per i vostri figli? Io voglio che i miei figli ascoltino gente che fa del cazzo di rock! Non mi frega se sono morti in una pozza del proprio vomito, io voglio qualcuno che suoni con il suo fottuto cuore!"

"Mentono sulla marijuana. Vi dicono che fumare l'erba vi rende demotivati. Falso! Quando sei fatto puoi fare tutto quello che fai normalmente, uguale: solo che capisci che non ne vale la fottuta pena."


[Citazioni di Bill Hicks]


Caravaggio - S. Francesco in estasi


Tool - Third Eye 


Io faccio schifo, e tu?

Io faccio schifo, e tu?

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