Alcuni sono elevati dal loro lignaggio
i versi dei miei poemi sono il mio lignaggio
Nusayb ibn Rabah (m.726)

La vita è come noi
La troviamo - e così la morte
una poesia d'addio?
Perché insistere
Daie-Soko (1809-1163)

Il rimorso non è la prova del crimine, indica solamente un'anima facile da soggiogare.
Donatien-Françoise-Alphonse De Sade

Se le creature sono i grandi veli che ci separano dal Creatore, la via per Allah passa attraverso di esse
Sheik Mhuammad at-Tàdilì

Le parole che dice chi è felice
son volgare melodia –
ma quelle che chi tace sente dentro
sono meravigliose.
Emily Dickinson

Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.
Emil Cioran


domenica 30 giugno 2013

Ogni molecola del mio respiro

A S.B.
Per sempre tuo.


Egon Schiele - L'abbraccio


"Dopo un po', rinfrancati dalla visione del mondo esterno, si sentirono stanchi e vollero addormentarsi l'uno accanto all'altra. Non colsero la loro presenza reciproca, eppure questo era ancora un sentimento - già molto piccolo e dileguantesi nel buio - come verso tutti e quattro gli spazi del cielo"

R. Musil - Il compimento dell'amore; Congiungimenti

I. Nevicata Estiva

Ora la neve ci seppellirà.
In quest'estate profanata
Si inonderà di una ferita aperta
Così incrociata di violenza
Farà del cielo solo viscere e sole

Quante parole mi han veduto
In questi anni?
Con che ubriachezza mi concludo?

E la bellezza delle felci
mi sconvolge
Questa mia anima pesante
coglie parole di mortale infiorescenza.
Che cosa posso cercare?

Perché la neve ci seppellirà ,
Amore mio,
Sebbene neve non sprofondi da tempo,

Sebbene gli anni seguiranno
Senza distinguersi dai miei turbamenti
E non avrò che una cordiale libertà
E sarò solo senza voce e cieco

Quando la neve ci seppellirà...

II. Sciogliersi

Cos'hai veduto di novembre Amore mio?
Hai assaporato il suo colore di spettri?
Questa nascosta libertà della violenza
La crudeltà dei rami secchi e ridenti
Cos'hai veduto amore mio?

Io non ho visto che l'odore delle foglie
Niente di più che bianche spiagge d’Inverno
le rive smorte dalla spuma gelata
come una madre sulla salma del fanciullo

Che come loro sono affranto Silvia mia
Che sei più bella delle sponde del cielo
Che la tua forza dirompente
Mi spaventa
E le tue mani mi feriscono la pelle

E avrei per te tutto il pensiero Amore mio
Potessi cogliere novembre nelle ossa
Potessi avere  la mia anima che è spoglia
e  cancellare questa neve che mi squaglia

III. Vapore

Ora la neve irromperà
da questa stanza.
In queste mura dai riverberi atroci
Seppellirà la concretezza della carne

E sarà bello come noi,
come la cosa più importante e feroce
ti sentirò perché non ho che queste armi
e la tua voglia di bagnarmi di te.

IV. Ciò che resta...

Ti amo.
Così veemente ti amo
Che sento solo di toccarti nel pianto.
Così grondante ti amo,

Che sei lo spasmo nella pianta
La morte che ammiro
Ogni ragione dei miei tendini
Ogni molecola del mio respiro


"Nelle notte poi, si era svegliata come ad uno scampanellio. Ebbe la netta sensazione che nevicasse. Guardò verso la finestra; la neve formava nell'aria quasi un muro soffice e pesante. In punta di piedi, scalza si diresse alla finestra. Tutto avvenne in una rapida sequenza, aveva l'oscura impressione di posare per terra i suoi piedi nudi come un animale. Poi si mise a fissare stupidamente l'intreccio serrato dei fiocchi.
Fece tutto ciò nell'identico stato d'animo con cui ci si sveglia di soprassalto nel sonno, nel breve spazio di una coscienza che emerge come una piccola isola disabitata. Le parve di essere molto lontana da sé. E d'improvviso ricordò, ricordò il tono che aveva accompagnato le parole: qui saremo sepolti dalla neve"

Ibidem
Ascolto Abbinato

Nelly Furtado- Manos al aire

sabato 1 giugno 2013

Due elegie. L'uomo senza pregi.

[Apro questo post con una breve premessa: i pochi di voi che mi seguono avranno certamente notato la mia assenza abbastanza prolungata dal web, e spero non me ne abbiano a male. Purtroppo gli esami ed altri vari impegni mi vedono abbastanza occupato e ben poco disposto a proiettarmi in quell'atteggiamento mentale che mi è  necessario  per poter commentare decentemente i vostri splendidi lavori, ed  è principalmente per questo che in questo periodo risulto così assente. Mi rivolgo a voi, in particolare: a Zio Scriba, lettore/ scrittore a me carissimo e persona a dir poco squisita; a The Mist, rara perla di sincerità in questo atomo di accecante ipocrisia; a Kyra, che sembra avermi adottato illegalmente onorando il mio blog con il suo intuito penetrante; a Lilith, compagna di scuola e vera speranza del mondo; e a Martina, nuova conoscenza che non ha però mancato di disturbarsi a commentare quei pochi articoli che ho faticosamente partorito. Mi rivolgo a voi che credete in me, e vi ringrazio. Vi ringrazio e spero di potervi seguire ancora, di avervi ancora accanto in questo mio percorso di crescita discontinuo e squilibrato,  perché è solo grazie a voi che sono ancora qui a tentare, e solo grazie a voi che esisto. Un abbraccio d'amore. ]

" Come si volgerà Agathe, come sorriderà alla riva? Leggiadramente. Come ogni perfezione...Eppure ogni bellezza perfetta - un animale, un quadro, una donna - non è che l'ultimo pezzo di un cerchio: una curva è perfetta, lo si vede, ma si vorrebbe conoscere il cerchio...allo stesso modo si può ammirare un  bel cavallo maremmano, perché in esso si rifletto come in uno specchio tutta la pensante bellezza dei campi e della via rurale. Ma se dietro non c'è niente? Niente di più che dietro i raggi del sole che danzano sulle pietre? Se questo infinito di acqua e di cielo è inesorabilmente aperto?"
Robert Musil - L'uomo senza qualità


Ama ciò che credi:

Ogni bellezza perfetta infranta qui,
presso la riva dei miei sfinimenti
Ogni passione calcolata e persa
Ogni tensione riallacciata
Come un rosario di viscere
Ridotto a tale congestione
Incautamente mi declino in passi
E ad ogni passo io lo so:
Che sempre più nel profondo
Sempre più intensamente
In me si intreccia il panorama del Mondo.

E affondo i piedi nella sabbia stellata
E fendo l'aria con le braccia aperte



Paul Cézanne - Il dolore ( La Maddalena) 

L'Uomo di Musil:

I raggi del sole hanno pretese sciocche,
Stuprano il grano con violenza immane
Pongono veli cristallini
Sulla rurale esistenza dei campi
Placano acide visioni
Con armonie di sarcasmi
Mostrano i doni degl’uomini
Fra costipati timori alla vita

E sono solo nel mio cercarmi.
Alieno d’ogni elegia
Perduto al colmo del tempo
Ho dieci dita e qualche sputo
Su questa calda terrazza.
Dieci dita è ciò che sono,
che cosa cogliere soltanto
da questo cielo senza marmi?

Da questo spazio enciclopedico e vuoto
Che puoi vedere cieco uomo
Soltanto sensi violentati
Da grandinate di parole
Frantumazioni d’entropia
E mute scorze di dubbi
In quest’oceano senza strade tu li vedi
Inesorabilmente aperto

Anche i miei occhi sono aperti
Amico mio
E la mia stupida testa
Sono aperti! E la mia vita ch’è nient’altro
Che un delegarmi di paura
Ingorda e cruda freddura
Di una Novella logica

E la premessa di una tomba inconclusa
Ascolto Abbinato:
Ludwig Van Beethoven - Sonata per Pianoforte n° 8," Patetica"



Io faccio schifo, e tu?

Io faccio schifo, e tu?

Visitatori