Poco fa, discutendo con una mia amica ( a cui la seguente sfuriata non è rivolta, ma in qualche modo dovevo pur iniziare ), è uscito fuori il cavilloso argomento di quando o come un prodotto letterario sia valido dal punto di vista comunicativo.
A parer suo, lei che è scrittrice ma soprattutto scienziata, la comunicazione è tale solo quando produce impressioni a livello logico, quando comunica qualcosa oltre le semplici impressioni e sensazioni. Esprimere sentimenti ed impressioni quindi, in sè non è comunicare...
E sono d'accordo, per carità, quando la tua poetica si limita alla semplice espressione della sofferenza per la morte del pesciolino rosso. Il fatto è che quando si parla di espressione artistica, la questione è un po' più, come dire....complicata....in particolare riguardo alla poesia.
Una considerazione va fatta a mio sfavore: ogni volta che mi trovo impelagiato in discorsi del genere, in effetti, io la prendo un po' troppo sul personale. Nel senso che, dopo aver passato 20 anni a piangere e commuovermi su testi di autori di vario genere, sentirmi dire cose come " la poesia è solo un modo difficile per dire cose facili" ( cosa che, preciso, questa mia amica non ha detto) mi lascia un pochino interdetto, un pochino tanto devo dire.
Il fatto è che essendo un mezzo di espressione prettamente analogico il testo poetico non è fatto per essere fruito a livello razionale ( e qui mi direte: Grazie, capitan Ovvio) e non è neanche così adatto ( salvo per i Maestri) a descrivere situazioni narrative. Questo tuttavia non lO svaluta come strumento esegetico, maieutico e conoscitivo, e non lO rende inferiore a nessuna forma espressiva che l'essere umano abbia sperimentato.
Quello che molte persone non capiscono è che scrivere e leggere poesie non è soltanto un vano esercizio di estetica, e che lo stile spesso complesso degli autori non è soltanto un modo degli stessi per mettersi in mostra. Perché la poesia è, anzittutto e soprattutto, una via per esplorare se stessi. La poesia è una IEROFANIA DELL'UOMO NELL'UOMO!
Carl Spitzweg - Il poeta povero
Vi siete mai chiesti per quale bizzarro motivo il componimento lirico dalla musica? O per quale strana ragione ( oltre a quelle puramente storiche) i testi religiosi più autorevoli ed antichi siano sempre scritti in lirica e mai in prosa? Ma soprattutto...
Vi siete mai chiesti perché nello zen esists proprio un percorso spirtuale detto KADO, o meglio Via della Poesia ( VIA! non " profluvio di parole a caso tanto per complicarmi l'esistenza")? O forse siete fra quei tanti convinti che scrivere serva solo a intrattenere e raccontare?
STRONZATE! La poesia è la messa al bando di ogni resistenza egoica allo scopo di rivelare le profonde contraddizioni dell'animo ( come in Baudelaire, in Rimbaud, in Elliot, nel Qhoèlet, in Pound, in Leopardi, in Vico, nel Libro di Giobbe, nella Bhagavad Gita, in Pasternak, in in chi cazzo vi pare ...) ed iniziarsi ad una profonda catarsi, la liberazione inconsapevole dalla propria frustrazione interiore.
Quindi, la poesia è anche PSICANALISI PRIMA DELLA PSICANALISI, perché esprime e sbroglia ciò che il Super-Io non può esprimere e sbrogliare fin dall'alba dei tempi.
" In tal caso" mi direte voi, " tientela per te, se non lascia trasparire altro che questo non ha senso pubblicarla".
Ah sì? E allora eliminiamo la musica, già che ci siamo! Fanculo la classica, tanto non comunica un cazzo se non un immensa accozzaglia di suoni!
Ma il privilegio della meraviglia non vi ha mai nemmeno sfiorato?
La bellezza in quanto in bellezza, molto simile all'illuminazione del santo...
BORGHESI DI MERDA! ECCO COSA SIETE. BORGHESOTTI RAZIONALISTI DI 'STA CIOLLA.
Che poi se uno è bravo è bravo, e se fa bene una cosa va premiato, anche solo perché può aiutarlo a sentirsi meglio. E mi dispiace se questo non porta alcun profitto...
Francisco de Zubaran - Agnus Dei
Non vi è mai passato per la testa, tra l'altro, che FORSE un percorso di analisi poetica possa servire ad altri? Che mettere su carta il proprio viaggio interiore possa permette ad altre persone di viverlo senza tuttavia rischiare nulla? Non pensate che tutto questo possa migliorare il mondo molto più di qualunque provetta o miglioria tecnologica?
Beh, io sì, e pure tanto. Sarò uno scemo ma lo penso.
D'altronde mi dispiace dirvelo, ma da che mondo è mondo è a questo che serve la letteratura eh. AD ESPLORARE IL PROPRIO MARCIO SENZA SPORCARSI, E PER ARRICCHIRCI SENZA SPENDERE e non lo dico io, lo dicono Tzvetan Todorov ( La letteratura in pericolo) e A.B. Yehoshua ( Siamo tutti Raskolnikov senza soffrire)...
Poi fate vobis, io me ne fotto e continuo a scrivere.
Guardo il mio corpo e cosa vedo?
C'è della
carne e un occhio vuoto
c'è una
passione e la stanchezza
subito
dopo
Guardo di
fuori e cosa vedo?
Vedo mattoni e
aride case
vedo
stagliarsi senza fine
una distesa di
progresso immane
Ma nulla trovo
accanto a me
qui attorno
Soltanto aride
parole
e discussioni
come punte di roccia
" La tua
poesia" mi fai notare
" non ha
senso"
e penetrandomi
le carni
mi guardi
cieco e con furore:
<<E'
solo un gorgo di piangenti parole
una retorica
pomposa e sciocca
e' solo un
tremulo tepore
per consolarsi
d'una voce rotta>>
Eppure io sono
perduto
in questo
gorgo
E dagli
affanni della carne
trovo una pace
che trascende le parole
Io sono qui
che mi ricerco
con timore
che solo il
canto può scavare a fondo
solo la strofa
può distorcere il mondo
nel giusto
verso per stremarti il cuore.
Ascolto abbinato:
Fracx- In your memory
Nulla da aggiungere, semplicemente fantastico come sempre.
RispondiEliminaNon è veeeeero :3 Grazie mille chiunque tu sia ^-^
EliminaNon è neanche questione di poesia e prosa: anche la prosa migliore, la prosa che vale davvero, comunica soprattutto emozioni e sensazioni. (Non per niente i grandi romanzi, e i grandi film, possono rivelarci sul mistero della natura umana molte più cose di tanti pedanti e pretenziosi manualetti). Esiste una cosa che si chiama, più o meno, "intelligenza emotiva": i fissati della razionalità non riescono ad afferrarla, e mi dispiace per loro.
RispondiEliminaZio! Quanto mi fa piacere rivederti qui!
EliminaPensavo di averti offesso in qualche modo, dato che avevi smesso di commentarmi...spero di no.
In quanto a me ho sempre visitato il tuo blog ma non ho trovato molte occasioni di lasciarti un segno valido del mio passaggio.
Dispiace anche a me, comunque, tanto...
Grazie per essere tornato!
No, tranquillo, non ti avevo abbandonato. Nel senso che avevo abbandonato... tutti! Per mille motivi (fra cui un problemino a un occhio, ma soprattutto il mettermi al lavoro per un nuovo romanzo) ho molto diminuito la mia presenza sul web. Anche perché ho un blogroll con centinaia di siti, e seguirli con assiduità era diventato quasi un lavoro... non retribuito. Se mi avessi offeso te l'avrei detto, senza problemi.
EliminaCiao, e a presto! :)
La poesia dolente o nolene crea suggestioni. Il poeta ne è consapevole? Tu fai l'esempio di Baudelaire, Elliot ecct. attraverso le parole, addirittura arrivando al profondo senso etimologico delle stesse, scavano negli anfratti bui della mente creando una prondità suggestiva che tocca l'inconscio più della psicanalisi.. O più degli psicanalisti, per questo i poeti io li definisco i pittori dell'anima, mettono in mostra la propria e noi ci troviamo pezzi di noi stessi..
RispondiEliminaIo sono qui che mi ricerco
con timore
che solo il canto può scavare a fondo
solo la strofa può distorcere il mondo
nel giusto verso per stremarti il cuore.
Bravo Lupis!
EliminaEsattamente, spesso la poesia è una ricerca etimologica, uno scavare nella parola al fine di ricercarne l'essenza. Il fatto è che una parola riconduce sempre ad un concetto, ad una realtà immanente, quindi "scavare" nella parola è sempre e comunque scavare nella realtà, cercare una verità più profonda nel mistero della vita come immenso dubbio esistenziale...
EliminaGrazie davvero, mi fa sempre piacere leggere i tuoi commenti ^-^
Nulla da aggiungere a quello che hai detto e mi fa tanto piacere leggere il tuo parere soprattutto nella sfera della poesia, anche perchè conosco persone che si improvvisano poeti (ma anche artisti, scrittori, attori e via dicendo) che riducono l'arte a un semplice strumento commerciale. Parliamoci chiaro, il nostro desiderio sarebbe vivere di quello che facciamo, cosa impossibile oggi e in Italia, ma perchè? Perchè ci piace. Perchè ci rappresenta. Perchè quello che facciamo sia: scrivere poesie, romanzi, dipingere, suonare... siamo noi e in quello che facciamo ci mettiamo parte di noi. Non giudico tanto il pubblico se ha una determinata concezione di una di queste arti, ma sono coloro che si credono maestri nel campo e ti parlo di persone che hanno più di quarant'anni (almeno quelli che ho conosciuto io) che, teoricamente, dovrebbero tenere la testa sulle spalle e un minimo in più di saggezza.
RispondiEliminaLo so, ma quelli che temo di più sono i razionalisti che non considerano il valore umano di alcuni tipi di arte solo perché non riescono a comprenderne la profondità. Per non parlare dei poveri schiavi dell'etica borghese, troppo occupati a dedicarsi al loro amato profitto materiale per apprezzare quei valori che di giorno in giorno sembrano sempre più abbandonarci, nel delirare sempre più acuto di questa nostra epoca malata...
EliminaSono queste le persone pericolose, secondo me, perché negano una dimensione IMMENSA dell'esistenza umana di cui probabilmente non siamo neanche consapevoli ( l'uomo è a conoscenza di una percentuale veramente esigua dei suoi processi mentali complessivi).
Grazie davvero per essere passata comunque ^-^ ti ringrazio di cuore !
Un salutone!
Complimenti!! adoro il tuo stile!! ciao!
RispondiEliminaEhi grazie mille! Mi fa molto piacere sentirlo!
EliminaEd io adoro il tuo sito, che è pieno di spunti e di ottime informazioni ^-^
Grazie di aver lasciato un segno del tuo passaggio ^-^
parte della mia vita l'ho vissuta pensando che chi scrive e' perche' non e' in grado di vivere la vita!
RispondiEliminaOra penso che chi sa vivere sa anche scrivere.
mi manca il passaggio successivo,
vi aggiornero' :)
Torna qui quando scoprirai qualcosa ^-^
RispondiElimina^-^ contaci !
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