Alcuni sono elevati dal loro lignaggio
i versi dei miei poemi sono il mio lignaggio
Nusayb ibn Rabah (m.726)

La vita è come noi
La troviamo - e così la morte
una poesia d'addio?
Perché insistere
Daie-Soko (1809-1163)

Il rimorso non è la prova del crimine, indica solamente un'anima facile da soggiogare.
Donatien-Françoise-Alphonse De Sade

Se le creature sono i grandi veli che ci separano dal Creatore, la via per Allah passa attraverso di esse
Sheik Mhuammad at-Tàdilì

Le parole che dice chi è felice
son volgare melodia –
ma quelle che chi tace sente dentro
sono meravigliose.
Emily Dickinson

Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.
Emil Cioran


sabato 19 gennaio 2013

La bonheur a marché avec moi

"<<Grazie cittadino per la tua buona parole umana. Che cosa vuoi che ti restituisca?" >> Gridai: <<NIENTE>>. E fu allora che capii la grandezza della parola niente. Pensai che tutte le parole sono umane e che di tutte non resta nulla. Fui preso da una collera senza scampo contro la morte inumana. " Un fatto biologico!" mi ripetevo. " Valentina, dove sei?" Rimpiangevo i canti della chiesa, biologia del nulla. Sragionavo. Aprii la grande enciclopedia alla parola Morte. L'enciclopedia diceva: " Cessazione delle funzioni vitali, disgregazione dell'organismo...". Quegli articoli stampati erano morti. Materialista come sono, aprii altri volumi, con vergogna, alla parola Eternità. Frasi morte come le altre...Ecco cosa portavo in me, nelle pieghe dei miei neuroni dove si fissano i ricordi -

Victor Serge, Anni Spietati, pag.37, 1946


 
 
 
Sono le quattro del pomeriggio. Il mio stomaco è pieno, la mia mente satura.
Dubbi, non li voglio accettare. Non voglio sublimarli, come sempre, dentro gabbie di pensiero troppo austere e razionali, troppo precise per la mia caduca, imperfetta natura terragna.
 
Mi rifiuto.
 
Queste paure, queste pressioni del Tempo su di me, questo passato che torna all'avvenire. Questi terribili ammassi di insipienza che mi concedono il benedicio del Vuoto.

Chi me lo fa fare in fondo? A quale scopo scorticarmi l'anima?

Ed alle quattro del pomeriggio così, mi abbandono sul divano. Allo stereo uno Chopin triste, pareidolie di semicrome.
Come se non avessi mai fatto altro, apro un libro di Victor Serge.

Victor Serge, il bolscevita di Bruxelles. Così languidamente acuto, così tristemente rapito nel suo intrinseco sospetto per l'umanità...
Un prosaismo ipotattico, nevrotico, antesignano della frenesia contemporanea.

Un susseguirsi di impressioni languide ma acute, colme di significati e vagamente sconnesse.
L'indecisione, la frustrazione di Sasa - o agente segreto (disertore) D. - un contenuto ribelle.
 
 
 
 
<< D. si rilassava. Un avvenire simile a quei viali. Non volere nulla, non aspettare nulla, nulla temere. Non appertenere a niente, nemmeno a se stesso. Non tenere più a nulla. Non essere più la molecola pensante di una collettività formidabile, accanita, lucida, tesa da una tale volontà che ha finito di sapere che cosa fa.>>

Non appartenere...sentirsi completamente, irrimediabilmente privi di appoggio.

<<Sono dunque scoraggiato fino a questo punto? Divento un personaggio da romanzo intellettuale. Tutto si stacca da me, tutto.>>

Privo di appoggio, sollennemente incompleto. Esautorato con violenza dal limaccioso grembo dell'approvazione altrui, della materna e pretenziosa società occidentale.

Il tempo solo di pensare a tutto questo, che già altre parole mi sconvolgono l'anima.

<<Il fascino delle società occidentali, così resistente all'analisi, la sensazione di un mondo incosciente, che ignora la fame, il terrore, lo sfinimento, l'entusiasmo ascetico e glaciale che, solo, conferisce un senso al quotidiano: il benevolo lasciar vivere di un mondo meschinamente ragionevole, piacevolmente sessuale, che scivola giorno per giorno verso l'apocalisse>>

L'apocalisse...alzo lo sguardo un attimo. Lo stereo, Chopin, il Notturno n.20. Estasi e panico. Per me questa è l'apocalisse.
 
 

 
 
<<Il piacere amaro del corpo a corpo con le catastrofi pronte a balzare dall'invisible sui titoli di prima pagina dei giornali, il gigantesco intrigo che coinvolge i paesi - dipinti su un foglio di quaderno coi colori dell'acquarello - nelle reti dell'informazione e della controinformazione>>

I miei polmoni si riempiono, rilascio l'aria in un sospiro. Crediamo di scegliere, di sapere in cosa credere. Viviamo in un mondo Oraziano di polvere ed ombra, di illusioni e convinzioni preconfezionate che nulla e nessuno risparmiano.

Rassegnazione.

<<La convinzione di essere, tuttavia, per miserabili che siamo!, di essere i più chiaroveggenti, i più umani,sotto le nostre corazze di spietatezza scientifica, e per questo i più minacciati, i più fiduciosi nell'avvenire del mondo...e pazzi di sospetto! Ah,tutto ciò che si stacca da me, che cosa restera di me?>>

Cosa resterà di me? Di noi? Cosa.
Una tisana fumante sul tavolo, la luce elettrica sul muro.

Guardo il mio gatto e penso che anche lui, da una parte, è troppo certo di Essere. Essere per sempre. 

<< Come diceva il Vecchio? La direzione ci sfugge di mano, il dominio di noi stessi ci sfugge...A questo punto il pensero si oscura, la Storia è forse molto più difficile a penetrarsi di quanto abbiamo creduto con le nostre tre dozzine di buone formule materialistiche. Probabilmente mi uccideranno presto.>>

Uccideranno lui, e noi stessi uccideremo noi stessi. La nostra forza impazzita, autodistrutta.

<<Dico che la distruzione dei migliori è il peggiore dei crimi, il peggiore delle follie. Se la potenza si rivolge contro se stessa e comincia ad autodistruggersi con accanimento, io sono contro di lei,. Essa sopravviverà, io perirò, lei ha ragione contro di me...Può sopravvivere se si divora, se soffre di un'alienazione sino ad oggi sconosciuta? E sopravvivendo, se si rinnega, la potenza cambia volto e fini? Allora, sono fedele rinnegandola, ma è puro idealismo, non senso pratico>>

Idealismo...abbiamo senso senza le idee? E' stato davvero così astuto gettarle via? Abbandonare le nostre stampelle?

Qualcosa prude nelle mia coscienza.





 
 

<< Che cosa è la "coscienza"? Un residuo di credenze inculcate a cominciare di tabù primitivi fino alla stampa a grande diffusione? Gli psicologi hanno trovato per queste impronte profonde un termine appropriato: il super-io, dicono... Non ho che la coscienza da invocare e non so che cosa sia. >>

E nonostante la mia calma lettura, nella mia essenza mi contorco agitato. Perché? Perché nascere? Rinchiudere il mio spirito in queste mura di atomi, clausrofobiche, anguste.

<<Sento una protesta inefficace sorgere in me da una profondità che ignoro, per sfidare l'efficacia distruttrice, la potenza, la realtà materiale intera, in nome di che cosa? L'illuminazione interiore? Mi comporto quasi da credente. Non posso fare diverstamente. La parola di Lutero. Però il diavolo visionario aggiungeva: Che Dio ci aiuti!. E io, da chi sarà aiutato?>>

Da chi? Dall'amore, dall'unione? Dalla preghiera?
Spesso funziona, spesso no.

Oggi mi sento troppo cauto, stupidamente logico.
Ma anche troppo emotivo, puerlimente irrazionale.

<< L'unione è libera o è malsana. Non si domina la sessualità che con la ragione, dandola la parte che reclama da noi. Così, liberato dalle sue esigenze, si vive per gli atti dell'intelligenza e della volonta. La macchina umana ha bisogno di un buon apparecchio di controllo; da noi, i fisiologi - o i moralisti - lo chiamano freno. Il volersi sotrarre diminuisce l'uomo quanto il lasciarsi andare.>>

Sottrarsi, o lasciarsi andare.
Scegliere? Davvero?

Ognuno di noi è convinto di scegliere...



 
 
<<Si vive di nozioni circoscritte, dissecate in un erbario. Sotto l'urto finse di attenersi a questi luoghi comuni distrutti>>

Sono impietrito, commosso. Da una parte il leggere, dall'altra il non disperarmi. Ancora scelte, ancora dubbi.

E allora chiudo, serro le pagine, appena in tempo per godermi l'ultima traccia.

Fantasia in fa minore, impetuosa ma accogliente come una polluzione.
Una vitale ierogamia.

Ed i miei occhi sono lucidi, il mio stomaco tremante. Respiro, come nello Yoga.

Si può scegliere? Non ci è dato saperlo. E questo perché tutto, l'universo intero, non fa altro che oggettivarsi in noi, innamorarsi attorno a noi.

Quanta dannata poesia c'è in tutto questo? Quanto leggero distacco?
Quanto è armonioso l'errore umano?

Sto guardando le mie mani, e lo stupore mi cesella il cuore. Lo stupore sì, qualcosa di famigliare...

<<Ciascuno di noi si fabbrica una propria trappola; e quando vi cade, se ne stupisce...>>

Stupito, abbacinato. E' così dolce...

Così sordo pensare...

 


"Allons, mon pauvre coeur, allons, mon vieux complice,
Redresse et peins à neuf tous les arcs triomphaux;
Brûle un encens ranci sur tes autels d'or faux;
Sème de fleurs les bords béants du précipice;
Allons, mon pauvre coeur, allons, mon vieux complice.

Pousse à Dieu ton cantique, ô chantre rajeuni;
Entonne, orgue enroué, des Te Deum splendides;
Vieillard prématuré, mets du fard sur tes rides;
Couvre-toi de tapis mordorés, mur jauni;
Pousse à Dieu ton cantique, ô chantre rajeuni.

Sonnez, grelots; sonnez, clochettes; sonnez, cloches!
Car mon rêve impossible a pris corps et je l'ai
Entre mes bras pressé : le Bonheur, cet ailé
Voyageur qui de l'Homme évite les approches,
— Sonnez, grelots; sonnez, clochettes; sonnez,cloches!

Le Bonheur a marché côte à côte avec moi;
Mais la FATALITÉ ne connaît point de trève :
Le ver est dans le fruit, le réveil dans le rêve,
Et le remords est dans l'amour : telle est la loi.
— Le Bonheur a marché côte à côte avec moi."

( Paul Verlaine - Nevermore, Poèmes saturniens, sez.Caprice, VI - traduzione nei commenti)

 
Ascolto abbinato

Fryedryk Chopin - Nocturne n.20 in C sharp minor
 
 





5 commenti:

  1. Trad. Verlaine:

    Andiamo, mio povero cuore, andiamo, mio vecchio complice
    raddrizza e dipingi a nuovo i tuoi archi di trionfo;
    brucia un rancido incenso ai tuoi altari di oro falso
    semina fiori sullo spalancato margine del precipizio;
    andiamo, mio povero cuore, andiamo, mio vecchio complice!

    Alza a Dio il tuo cantico, cantore ringiovanito!
    intona, organo arrochito, splendidi Te deum;
    vecchio anzitempo, metti cipria sulle rughe;
    copriti di cangianti tappeti, muro ingiallito;
    alza a Dio il tuo cantico, cantore ringiovanito!

    Suonate, sonagli! Suonate campanelle! suonate campane!
    Il mio impossibile sogno ha preso corpo,
    e ho stretto tra le braccia la felicità, questo alato
    viaggiatore che evita gli approcci umani!
    - Suonate sonagli! Suonate campanelle! Suonate campane.

    La felicità ha proceduto con me fianco a fianco;
    ma la fatalità non conosce tregua:
    è il verme nel frutto, il risveglio nel sogno
    è il rimorso nell'amore: questa è la legge.
    - La felicità ha proceduto con me fianco a fianco.



    Non è bellissima?

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  2. sei molto più bravo di me e anche più vero e più umile. Io, incapace, pazienza, non riesco a fare la critica come riesci tu e siccome sei un animo sensibile mi asterrò, ma penso che il tutto si possa riassumere in: Bello. Come lo intendevano i greci.

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    1. Tu mi lusinghi e mi commuovi, ma considera che invece io penso che sia tu quella più brava fra i due.

      Vero? Umile? Non so, io non credo. Sento solo con il corpo. Scrivo, , vivo e amo con il corpo. Niente di più...

      Siamo diversi, abbiamo stili diversi ed influenze diverse. Anche sessi diversi XD
      Quello che tu esprimi io non saprò mai riprodurle, mai con la tua forza rivelatrice e mai con la tua ironica, quasi compassionevole bellezza. Mai. In più tu non sai solo scrivere, sai anche raccontare storie, cosa che io non tento di fare da anni e che ha una dignità tutt sua.

      Considera questo...

      Ti ringrazio in ogni caso, perché per me vale molto il tuo parere, soprattutto se positivo e addirittura con riferimenti al classico. Grazie. Grazie davvero.

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  3. E come potrei essermi scordata di te?! Sono molto contenta di ritrovarti qui.... Ti aggiungo appena mi collego da pc e non da i- phone. Un abbraccio

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    1. Allora ben ritrovata davvero! E' bello sapere di non essere dimenticati ^-^

      Un abbraccione!

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