Alcuni sono elevati dal loro lignaggio
i versi dei miei poemi sono il mio lignaggio
Nusayb ibn Rabah (m.726)

La vita è come noi
La troviamo - e così la morte
una poesia d'addio?
Perché insistere
Daie-Soko (1809-1163)

Il rimorso non è la prova del crimine, indica solamente un'anima facile da soggiogare.
Donatien-Françoise-Alphonse De Sade

Se le creature sono i grandi veli che ci separano dal Creatore, la via per Allah passa attraverso di esse
Sheik Mhuammad at-Tàdilì

Le parole che dice chi è felice
son volgare melodia –
ma quelle che chi tace sente dentro
sono meravigliose.
Emily Dickinson

Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.
Emil Cioran


lunedì 21 settembre 2015

Per il futuro

Sono stanco di voi, delle vostre frustrazioni...sono stanco della vostra faziosità, del vostro continuo, desolante bisogno di controllo e benessere.
Sono stanco di sentirvi parlare di giustizia sociale, di civiltà, di ordine, di Dio, di meriti, di impegno, di presenza, di benessere, di colpe, di fatti, di politiche...

Da bambino credevo che amare fosse la risposta, è questo che voi adulti mi avete insegnato. Mi avete detto che accettare, comprendere, capire è ciò che fa di una persona ciò che è, ciò che determina la grandezza di un'anima.
Sono rimasto l'unico a crederlo...sono rimasto l'unico a non scagliarsi contro qualcuno solo perché non conosce ciò che io ritengo vada conosciuto? L'unico ? Sono rimasto il solo che non ha bisogno di fare l'esame di Stato ad una persona prima di decidere il suo valore?

E mi sento così arrabbiato e depresso, ho così voglia di piangere, di nascondermi e tagliarmi la gola.
A che serve scrivere, a questo punto? Non sono bravo, lo so. So di non essere niente di che, e so anche che lamentarmi è inutile, ma non ho altro.
Se non so scrivere versi decenti, mi restano solo le lacrime
Non so esprimermi e non so nulla, tutto quello che imparo mi sfugge di mano...

Sono una capra e un sempliciotto, sono un idiota...

Dio.
Andate a fanculo. Cazzo. Andateci sul serio.


....cosa diavolo succede?...



Esiste solo amore,
amore
infinito amore contrapposto alle vostre strutture
ai vostri sciocchi deliri glabri
Esiste il cielo sotto il quale
Qualcuno raschia con il pugno la faccia
dello zingaro
E lo calpesta per il bene della buona società
Esiste l’erba sulla quale cola il sangue dei vitelli
                                                           macellati
E delle vacche rafferme passate al randello
Esiste un grande “ ti comprendo”
Per ogni piccola condanna verso il rozzo ignorante
sul paroliere egoista e sul franco
Terrorista
Amore,  da dare senza contegno da mostrare
Senza vergogna
Dragando l’aria alle forme di nuvola
Non è qualcosa che si possa domandare
Non è qualcosa che si media
O si rimanda
È solo il fatto che hai lasciato ogni cosa
E l’hai plasmata in un oceano di crescite
In una piccola,
grumosa parola
E’ la certezza che hai descritto il tuo essere
Circonvoluto ogni possibile estremo
                          Dell’assurdo
Foste capaci di sentirlo, questo amore
Foste capaci di vedere come avvampa
Lo interpretaste nella calma dei gesti lo toccaste
Nella  grazia dei volti
Esiste solo l’amore, e tutti voi lo violentate ogni giorno
Ma il tempo buono non ci cerca e non ci ha mai cercato
Non è esistita un’epoca più grande di questa
Né una peggiore
Perciò abbandona le tue remore e sussurra
a bassa voce però, senza urlare
e quando afferri qualche cosa non ghermirlo
sfioralo
E’ così che fa il Mondo, quando parla

                                    Ti preme il viso con un soffio di vento

 
 
Hammock - Ten Thousand Year Won't Save Your Life



venerdì 18 settembre 2015

La pineta


"Te l'ho già detto: i poeti non si redimono,
vanno lasciati volare tra gli alberi
come usignoli pronti a morire. "
[Alda Merini - L'anima innamorata]
 
Era l'estate scorsa, mi pare.
Andammo in Calabria con la mia famiglia, un bellissimo villaggio vacanze di cui non ricordo il nome. Come al solito, non socializzavo molto con il resto della popolazione presente, né pensavo di voler partecipare ai giochi o alle varie iniziative di gruppo, sia perché non mi interessava, sia perché sono una persona incredibilmente timida che odia, detesta i gruppi numerosi. Così passavo il tempo leggendo, meditando, ingozzandomi al buffet e tuffandomi in acqua, come tutti i bravi pensionati ultraquarantenni del luogo, a dispetto dei miei allora ventuno anni.
Poi, d'un tratto, mi venne in mente di fare una passeggiata solitaria lungo la piccola pineta annessa al villaggio, un minuscolo tratto boscoso che veniva usato dagli ospiti per le escursioni a cavallo ma che nessuno sembrava voler attraversare a piedi, chissà perché. Non appena ebbi l'idea non indugiai un secondo, mi armai di zainetto e taccuino, e partii.

I quattro versi che riporto qui sotto sono il risultato di questo raffazzonato pellegrinaggio.

Sticazzi eh?



Gino Paolo Gori - Pineta del Castiglioncello
 

Ho passeggiato per mezz’ora
Nella pineta accanto al mare
Incagliata
Sopra di me come navate
Sculture d’alberi spinosi e secchi
con voci basse e scricchiolanti
con canti vivi di mosconi sul letame
una pineta disadorna, silenziosa
dove si  immola il mio retaggio di uomo
e si rinnova quello semplice d’essenza

Siediti. Annusa. Respira.
Mi accetterete a questo punto, grandi alberi?
Nel vostro regno di profonda presenza
Sarò mai degno d’una sosta senza sogni?

 


Devin Townsend - Fly


domenica 13 settembre 2015

Un grido celeste


Nonostante l'inspiegabile stress di questo periodo, nonostante la stanchezza e tutte le pappardelle solite, sto lavorando ad una nuova raccolta, il che è una stronzata, perché la prima non se l'è cagata nessuno. E niente, questo volevo dire...

Ci sono tanti lavori che avrei voluto riportare qui sul blog, ma alla fine ho deciso di evitare, perché non mi andava e perché mi piacciono molto, e se mi piacciono molto vuol dire che ho molte insicurezze sulla loro probabile bellezza. Credo sia dovuto al fatto che le sento troppo vive, troppo mie, e per questo ne ho paura.
Ah sì, c'entra anche l'assenza di lettori. Ma cazzomenne a me, dei lettori.

Comunque, ho deciso di pubblicarne una a caso che ho scritto stasera appena dopo qualche divertentissima ora sui libri di psicologia sociale, affiancata da una meravigliosa opera di Jean Broc e da uno dei più begli assoli di chitarra elettrica mai scritti nell'universo, Marooned. Non ho la minima idea del motivo che mi ha portato  a ripiegare proprio su questa poesia, so solo che una parte di me ha spinto per inserirla qui, ed io l'ho ascoltata. Tipo come quando sei sull'autobus e sai che non dovresti scorreggiare dato che la vecchietta vicino a te sembra avere proprio un naso fino fino, ma lo fai lo stesso, perché sapevi che doveva andare così.
Cosa meravigliosa, il destino.

Jean Broc - La morte di Giacinto
 
Padre, Signore, Immenso Dio e universale presenza
Allattami, ti prego
Non importa da quale seno
Sono
Fronda d’anima
Vortice crespo di velleità
E non aspetto che un annuncio di foglie cadenti
Guardati solo dal parlarmi troppo presto
La gente è occupata, la gente
Non mi ascolterebbe
Come uno sciocco
Consumerei senza scopo questa piccola
Fiammella subconscia
Indugiando, sbagliando ancora
Voglio prorompere al mio corpo di larva!
Anche se solo sfumatura io voglio
Desidero
Bramo
Questa vita

Pink Floyd - Marooned
 

Io faccio schifo, e tu?

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