Alcuni sono elevati dal loro lignaggio
i versi dei miei poemi sono il mio lignaggio
Nusayb ibn Rabah (m.726)

La vita è come noi
La troviamo - e così la morte
una poesia d'addio?
Perché insistere
Daie-Soko (1809-1163)

Il rimorso non è la prova del crimine, indica solamente un'anima facile da soggiogare.
Donatien-Françoise-Alphonse De Sade

Se le creature sono i grandi veli che ci separano dal Creatore, la via per Allah passa attraverso di esse
Sheik Mhuammad at-Tàdilì

Le parole che dice chi è felice
son volgare melodia –
ma quelle che chi tace sente dentro
sono meravigliose.
Emily Dickinson

Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.
Emil Cioran


mercoledì 11 marzo 2015

L'estraneità legittima, il fallimento

" Compagni poetici che mormorate appena, uscite a lampade spente e restituite i gioielli. Un mistero nuovo canta nelle vostre ossa. Sviluppate la vostra estraneità legittima"
[ R.Char - Partage Formel, frammento XXII ]

Ennesimo concorso a cui partecipo, ennesimo concorso che perdo. Così, tanto per.
A volte mi chiedo addirittura perché continuo a provarci, perché continuo a sperare che un giorno arriverà il magico intellettualoide di turno che leggerà quello che scrivo e dirà " MINCHIA FIGO", rivelandomi magicamente che forse faccio schifo solo perché credo di far schifo.

Davvero...perché?
Ogni mio sforzo di fa affiorare la mia poesia anche solo un poco oltre il limite estremo dell'anonimato è coronato da sonori insuccessi, a parte quelle due o tre iniziative di piccolo stampo a cui ho partecipato in quarta e quinta superiore...e davvero, non sto parlando di competizione, gloria, successo o cagate varie...sto parlando del fatto che probabilmente non sono abbastanza bravo in ciò che più amo fare, cioè scrivere, o che perlomeno sono troppo banale e troppo stupido per far sì che qualcuno venga seriamente colpito quando mi legge.

E no, non mi consola affatto la solita, assolutamente veritiera storia del genio incompreso e delle centinaia di artisti che nella Storia sono stati apprezzati in ritardo. Primo perché io non mi sento minimamente paragonabile a queste grandi penne di cui stiamo parlando, secondo perché io credo che bene o male, scavando a fondo nelle loro storie, si scopre che questi individui palesavano sempre  qualche segno inequivocabile della loro grandezza, segno magari silenzioso e sussurrato colto da pochi, ma pur sempre colto.
Il caso  Verlaine- Rimbaud è solo un paradigma estremamente abusato di questa lunga serie di segrete coincidenze di spiriti che può venirvi ora in mente, un caso limite anche abbastanza mainstream.

H.Bosch - Trittico delle tentazioni di S.Antonio, particolare

In breve sì, più vado avanti a vivere più mi convinco della mia inadeguatezza, della mia immensa vertigine di vuoto, di quella grandiosa assenza d'opera che da sempre perseguita ogni mio gesto e attività e che Foucalt ha descritto così bene nella Storia della Follia...più vado avanti più mi sento affine al Nulla, all'inettitudine, e più vado avanti più desidero che questa inettitudine un giorno arrivi a seppellirmi e distruggermi cancellando in me quel poco che ancora resta del mio buon senso e della mia coscienza...

Perché?Perché?Perché?

Il senso della mia ignoranza, Dio che angoscia mi provoca!  Mi fa venire voglia di morire all'istante.
Sono solo pieno d'Amore. Capite?

E comunque basta, sono stanco di provarci.  Me ne frego se questo farà di me un debole...sono stanco. Davvero. Stanco di scrivere in un blog dove tanto parlo con me stesso e basta ( senza nulla togliere ai miei pochi lettori che sono meravigliosi e verso i quali provo sempre immensa gratitudine), stanco di inviare manoscritti che le case editrici neanche leggono, stanco di presentare poesie a concorsi per passare i mesi successivi a controllare la casella postale e trovare finalmente una classifica in cui il mio nome non risulta...
No, a dire il vero non è corretto dire che sono stanco di provarci. Non sono stanco di questo. Né di fallire, né di nient'altro. Come ho già detto non è una questione di fallimento o vittoria, non c'entra nulla con la competizione...c'entra con il profondo e quasi placentare legame che lo scrittore forma con ciò che crea, c'entra col considerare le mie creazioni inutili mostriciattoli e vederne conferma nel mondo attorno a me. Non è una questione di volontà o di fiducia in sé. E' qualcosa di infinitamente più inspiegabile e profondo...
E' il riposo del guerriero, se vogliamo metterla in termini più letterari. E' la mia merda che si ribella e dibatte all'interno dell'intestino minacciandomi di infilzarmi dall'interno se non la smetto di provare a fare il poeta.

In breve, concludo dicendola con Bonnefois:

Je nommerai desert ce chateau que tu fus
Nuit cette voix, absence ton visage

E non credo di poter aggiungere altro.


Nugolo di mosche:

Se solo fossi  più presente a questa Storia
e camminassi a testa alta fra i viali
se non sembrassi un grigio nugolo di mosche
Se solo fossi assorto in me
escluso al limite di eterne effrazioni
se solo fossi come il vetro lucente
e riflettesi i miti raggi del sole
di queste rondini il volo feroce
del cielo azzurro la calma d'assenza...




Io faccio schifo, e tu?

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