Alcuni sono elevati dal loro lignaggio
i versi dei miei poemi sono il mio lignaggio
Nusayb ibn Rabah (m.726)

La vita è come noi
La troviamo - e così la morte
una poesia d'addio?
Perché insistere
Daie-Soko (1809-1163)

Il rimorso non è la prova del crimine, indica solamente un'anima facile da soggiogare.
Donatien-Françoise-Alphonse De Sade

Se le creature sono i grandi veli che ci separano dal Creatore, la via per Allah passa attraverso di esse
Sheik Mhuammad at-Tàdilì

Le parole che dice chi è felice
son volgare melodia –
ma quelle che chi tace sente dentro
sono meravigliose.
Emily Dickinson

Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.
Emil Cioran


sabato 12 luglio 2014

E mi rammento al mio creare

E' una poesia, tutto qui.


 
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato. 

[ Montale - Non chiederci la parola]
E mi rammento al mio creare
Della mia gioia la tormenta
E il rifugio
Siamo spirali che s’avvincono così
Nell’impotente meraviglia dell’estasi
Color pallore come ossa e dolci
Come artifici che convergono nell’anima

E mi punisce il mio toccarvi il sorriso
Perché ho paura di ammaestrarmi gli occhi
Che ho ben più in odio il vostro muovere certi
di tutto il cedersi del mondo al dissipare

Beethoven - Sinfonia n.7, secondo movimento "Adagetto"
 
 
 



lunedì 7 luglio 2014

Il vecchio mare

Non so come siano uscite queste due cosette che ho scritto. Penso siano abbastanza banali nel complesso, ma a pensarci bene affermo la stessa cosa  del 90% di ciò che tiro fuori , quindi magari è solo una mia impressione.
Una cosa è certa, non sono un innovatore. Se i miei versi hanno una forza ( ed è un se molto dubbioso) non sta sicuramente nell'originalità dell'impostazione, almeno così mi pare di constatare e con una certa frustrazione tra l'altro. La poesia è l'unica cosa che mi preserva dalla non-esistenza e se fosse per me farei solo ed unicamente questo, senza alcun freno o inibizione.
Scrivere tutta la vita, punto e basta, fanculo a tutto il resto.

Il problema, però, è che se non sono uno bravo, se non scrivo cose veramente belle, questo immenso desiderio non è altro che un gigantesco castello di carta straccia.
Sarà per questo che un " sì dai, bella poesia su" mi ferisce molto di più che un "non mi piace starroba"? Per la paura della mediocrità?

Vabbè, fottesega, io intanto scrivo. Di merda forse, ma scrivo.

Settenari amorali:

"Che cos'è tutto questo parlare di virtù e di vizi?
il male mi sospinge e la riforma del male mi sospinge
io rimango indifferente
il mio non è il passo di chi critica e respinge
io irroro le radici di tutto ciò che è cresciuto"
[Walt Withman - Foglie d'erba]
 
Se è un odi et amo che tu vuoi
non sarò certo io a fornirtelo
mio caro
Io sono come lo Stige, oltre lo Stige
e più di nove o cento volte l'Inferno
e il Paradiso abbraccio
sgomitolando l'universo in baci postumi
 
Ogni esistenza mi sospinge, lo sai
una parola d'amore
guida imperterrita ogni sforzo del mio piede
e se potessi accarezzare i malvagi
e se potessi dare tutto agli assassini e ai ladri
credimi pure amico mio, io lo farei
dimenticandomi del bene e del male
 
Il vecchio mare ha come suoni di respiri:
 

Lasciato il peso dei pensieri,

Nell’inerzia io posso annegare –

Dimentico i canti delle muse,
M’è più caro il mormorio del mare.
[Aleksandr Sergeevic Puskin - Terra e Mare]
 
Il vecchio mare ha come suoni di respiri
e la mia carne è bruna terra e sabbia
quando l'addome dell'oceano protende
e sfrigolando tocca i margini dei lidi
Il vecchio mare quando infrange
con indolenza chiude in sé  le effervescenti dita
Il vecchio mare così liscio e rugoso,
il vecchio mare ed i suoi suoni di respiri






giovedì 3 luglio 2014

Les neiges d'antan - io detesto il nichilismo

Io odio il nichilismo. Ed odio tante altre cose, tanto quanto le amo.
Sì è una frase banale.


Tutto quello che faccio, a dire il vero, è sempre tremendamente banale. Non sono una persona complessa.


A volte mi chiedo se il buon Dio mi abbia creato apposta per sfottere la civiltà dell'individualismo e dell'originalità. o se forse non mi abbia piantato qui tanto per prendermi per il culo.
O forse non è che Eschilo aveva ragione ed in realtà tutte le minchiate che faccio sono il frutto di una volontà divina? Non è che la mia stirpe verrà punita per secoli e secoli tipo progenie di Laio ed i miei figli dovranno starsene al mondo vomitando bile e risentendosi contro l'aggressività malcelata della democrazia moderna?


Boh. Sta di fatto che odio il nichilismo.


Io sono uno che ama, gente! Uno che se ne frega se "vince sempre il più forte" o se "la gentilezza è ipocrisia dabbene". Sono uno che aiuta perché nell'aiutare ricava piacere fisico.
Ma fisico fisico, tipo masturbazione. 
Anche se questa è un'altra storia.


E a quelli come me, quelli che amano e basta, il nichilismo sta sui coglioni. Tutta quella falsa capacità di accettare la propria crisi, quell'atteggiamento da ubermensch inacidito con il mondo...
Nah, non fa per me.
Io amo per amare, non ci sono spiegazioni filosofiche.
Io non sono la persona pronta a dare tutte le certezze.


Io sono un coglione, e come i coglioni mi appiccico ovunque, abbraccio tutto, mi avvicino a tutto per osservarlo meglio.


Ehi, questa fa ridere.


Comunque ieri ero talmente angosciato che per sfogarmi ho dovuto scrivere.
Ne sono uscite tre poesie, con alcuni riferimenti ad alcune letture frammentate.
Le spiego qui, molto brevemente, per evitare di sembrare criptico:


La prima sviluppa un tema trito e ritrito, quello dell'ubi sunt, del ciò che era e che ora non è più, del passato che non ritorna. Ubi sunt significa "dove sono?" ( quelli che erano prima di noi, quello che c'è sempre stato?), ed è un'espressione tipica di molte poesie medioevali.
Le citazioni e i riferimenti che ho inserito si rifanno proprio ad alcune fra le più famose di queste:   Le neiges d'altan ( le nevi di un tempo), sono un'immagine di François Villon, mentre i versi riportati sono tratti dai "Poemi della sventura" di Rutebeuf:


Que sont mes amis devenus
Que j'avais de si près tenus
Et tant aimés ?


Il resto è farina del mio sacco.

La seconda  ha solo un riferimento, che è quello alla forfecchia citata in Huxley nel romanzo "Passo di danza". Essa coincide con una brevissima riflessione sulla condizione umana di fronte al dualismo Bene-Male, che invece di risolversi in un superamento dei valori stile Nietzsche si riduce ad una parodia dei suddetti e della scelta etica.
Detto maluccio  è così, ma tanto inserisco la citazione e voi ( cioè chi mi legge, cioè due persone) capite tutto.

La terza non ha riferimenti particolari quindi meglio per me, che non devo far fatica.

Voglio precisare che non è per mero gusto estetico o per bisogno di ostentare la mia ( scarsa) cultura che inserisco citazioni ad minchiam. Tantomeno desidero creare una sorta di poesia iniziatica e di nicchia cui pochi individui possono accedere.

Inserisco le citazioni perché mi piacciono, perché colpiscono la mia interiorità  e perché ho letto troppo Eliot. Non dovete cercare in esse qualche strano senso nascosto, qualche dubbio messaggio criptico.

Ci sono e basta. Esattamente come io sono al mondo e basta, e come tutta questa assurda esistenza è assurda esistenza e basta.

Leggetemi così e sarete a posto.

Ubi sunt

"Roma pristina nomine
nomina nuda tenemus"
[Bernardo Cluniacense]

"Annichiliato, ora rinasco
dall'assenza, dal buio, dalla morte
cose che non sono"
[ Jhon Donne - Notturno del giorno di S.Lucia]

Ma dove sono le nevi di un tempo?
Le Neiges d'antan
le parodie dell'ubi sunt
e della rosa che era stata e che è appassita
come una serpe deperita sul mio labbro molle?
Che sofferenza, Padre
queste pareti dalla livrea confusa
e più pesanti e prosaiche della mia ignoranza
queste mie voci pungenti

Que sont mes amis devenus?

Le mie bestemmie che han più amore di preghiere
la mia fiducia mutilata
le mie paure che si fermano ad un soffio  dal cuore
E non lo so
io non lo so
che ne sia stato delle nevi di un tempo
e degli amici che ridendo vi affondavano
e delle case dirompenti e dei pini
e delle travi liscio scuro che reggevano i tetti

Que j'avais de si près tenus
et tant aimés

Cosa ne è stato dei miraggi fra i miei sogni?

Mentre li cerco trovo solo
un loro accenno nei vocaboli di genere
che l'avvenire ha avuto molta potenza
per dissipare in questo modo l'universo e il singolare
per imbrigliare l' energia che non ha origine
violando astuto ogni realtà termodinamica
per impedire il mio pensare e il mio scrivere
questo poema dell'umore e della mia disgrazia


Lawrence Alma-Tadema - La morte di Ippolito, 1860


Avicula:

" Buona già!...Oltre il Male e il Bene, ecco quel che siamo oggi tutti.
O  forse siamo semplicemente al di sotto, come una forfecchia
dentro una rosa? Mi glorio nel nome della forfecchia!"
[Aldous Huxley - Passo di danza]

Schiacciami e spezzami come gli ossi dei polli,
la metafisica presunta
della rottura di clavicole e sterni

E quale etica mi guida?
L'etica unica mio caro,
il nome sacro della forfecchia.



Senza nome:

Io non sono un poeta,
ve lo ripeto questa volta per tutte.
Sono un cretino, un gretto idiota
un moralista un qualunquista e un barbone
un deficiente, un provinciale
un salmodiante con vestiti da Re Sole
Io non capisco i grandi scritti
non trovo senso in allusioni ed enigmi
non ho memoria per citare
e sviluppare discussioni da sapiente
ed è già tanto se so ancora respirare
che m'identifico in nulla
se non nel passero che soffoca nel fango.
Io non so scrivere versi né comprenderli
so solo prendere speranza
e dare amore come un voto di pace eterna

Sgozzami adesso se ti va, intellettuale
fatemi a pezzi nichilisti
e tutti voi grandi maestri del comporre
Prima che venga a disturbarvi le notti
fatemi a pezzi facilmente,
che non so nulla e non mi scanso io
e tutto voi avete le armi
e la corretta cattiveria



Bonobo - Sapphire

martedì 1 luglio 2014

Quando avrà inizio la guerra atomica?

"Ma questo senno e questa esperienza sono la morte della poesia"
[Giacomo Leopardi - Zibaldone]

Voglio gettarmi nelle mie splendide fantasie e fottere il dannato mondo della gravità occidentale.
Voglio penetrale, giocarvi dentro.
Fuggire ai tetri inganni e ai falsi vantaggi dell' Io sociale complessivamente imposto.

Perché voglio farlo?
Perché?


La mia domanda è sempre stata questa, e questa rimarrà tutta la vita immagino.

Perché?
Perché sono nato?
Perché mi muovo?
Perché devo imparare? Avere successo?
Farmi crescere i capelli bianchi andare in vacanza mangiare accudire un figlio affermarmi nella professione esercitare autorità produrre un parere politico fecondare una moglie guidare in macchina fino al lavoro?

Perché?

Cazzo. Perché?
Perché l'angoscia, che ne ho così tanta da non poterla esprimere?
Questo mio strano senso di esistenza, questa mia indegna volontà di non impormi...

Cazzo. Lasciatemi in pace, con queste domande che io mi faccio ma mi fate voi e che da piccolo mi sono state iniettate dentro dalla vostra bocca.

Lasciatemi in pace. IN PACE.

Ma ascoltatemi...

Scrivo questo blog perché è l'unico posto dove posso fare qualcosa senza inciampare in minchiate, dove posso esprimermi senza essere giudicato, scrivere male senza rendermene conto.
Non è come l'università o i concorsi di poesia, qui non ci sono occhi a guardarmi per decidere della mia inettitudine, bocche a domandarmi se conosco quello o quell'altro autore, quella o quell'altra teoria, quella o quell'altra citazione.

INTELLETTUALI DEL CAZZO, VAFFANCULO. Idioti.

"La distruzione genera una realtà particolare, prossima, in maniera elementare, all'irrealtà"
[Victor Serge - Anni spietati]

Quando avrà inizio la guerra atomica?

Quando avrà inizio la guerra atomica?
Voglio disperdermi in un soffio di polvere
Farla finita ed esplodere
nella potenza d'un immensa distruzione
vorrei allungare le mie braccia infuocate
su valli verdi e costellate di abeti
Vorrei varcare coi miei passi monti e rocce
per dissiparle come foglie ai roghi

Forse quel giorno sarà pronto
Potrò adorare davvero
amare davvero
Potrò capire la pienezza del mondo
stringerlo tutto in un abbraccio ardente
Nella grandezza delle fiamme contemplarmi
la prima volta nella vita completo
la prima volta nella vita maestoso

Frattaglie:

Questi miei versi sono sempre troppo urlati
troppo appuntiti e troppo densi
infastidiscono il lavoro dei timpani

Augurio:

Non sono fatto né per vivere
né per lanciare monche esche ai sapienti
brucio nel nulla
                   nel nulla
e ridacchiando vi trascino nel fondo,
assieme a me

Confronto:

Ogni tuo gesto travalica ed affina
disegna splendide figure
articolandole in scalena bellezza

Ogni mio gesto sottintende e confina
concentra il fremito e  il disgusto
e vi s'ingozza senza grazia né premura

Gustav Mahler - Sinfonia n°5 "Adagietto"


Io faccio schifo, e tu?

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